Corriere della Sera

La Procura non fa sconti chiesti 30 mesi per Agnelli

Rapporti con gli ultrà: il presidente e i dirigenti della Juve a processo La decisione entro 10 giorni. Il club: «Confidiamo in un giudizio sereno»

- Alessandro Bocci

Due anni e mezzo di inibizione, 30 mesi, più un’ammenda di 50 mila euro. Giuseppe Pecoraro, capo della Procura, picchia duro su Andrea Agnelli. Il processo sportivo a carico del presidente della Juventus e di altri due dirigenti tesserati, Alessandro D’Angelo e Stefano Merulla, oltre a Francesco Calvo, ex capo marketing dei bianconeri e ora al Barcellona, dura 75 minuti. Meno di una partita di calcio.

Ma le richieste sono pesantissi­me. A D’Angelo, security manager allo Stadium, 2 anni di inibizione e 10 mila euro di ammenda. A Merulla, capo della biglietter­ia, 18 mesi con 10 mila euro di multa. Per Calvo la squalifica sarebbe di 6 mesi. Pecoraro non si ferma qui. Per tutti gli imputati chiede che le sanzioni siano estese a Uefa e Fifa e per la Juventus vorrebbe due partite a porte chiuse e una terza con la curva Sud, la Scirea, quella in cui abitano gli ultrà implicati nella vicenda, vuota. Il pm si rifà al processo Alto Piemonte e insiste sulla sua tesi, cioè che Agnelli avrebbe favorito il bagarinagg­io, partecipan­do a diversi incontri in violazione dell’articolo 12 del codice di giustizia sportiva. Le richieste, aggiunge lo 007 federale, sono in relazione alla durata (5 anni) della violazione. Per Agnelli parlano i due avvocati, Franco Coppi e Luigi Chiappero, invocando l’assoluzion­e piena. «In un processo non è importante che la Procura chieda un mese o l’ergastolo, quanto contrastar­e con efficacia i suoi ragionamen­ti», dice Coppi. La sentenza è annunciata entro dieci giorni. Cesare Mastrocola, presidente del Tribunale federale nazionale, chiamato a decidere, fa sapere che si prenderà tutto il tempo possibile. Dunque si arriverà sino a lunedì 25 settembre, due giorni dopo il derby con il Toro e due prima della delicata sfida di Champions con i greci dell’Olympiacos. «E sarà equa», annuncia Mastrocola, che parla di «un dibattimen­to sereno».

La Juve non è sorpresa dell’attacco frontale. Magari non si aspettava richieste così pesanti. Pecoraro, sin dal giorno del deferiment­o, ha usato il pugno di ferro. Gli avvocati di Agnelli Bianconero Andrea Agnelli, 41 anni, è presidente della Juventus e dell’Eca, l’Associazio­ne dei club europei (Imagoecono­mica) ribadiscon­o nel dibattimen­to che il presidente non sapeva che gli ultrà in questione, soprattutt­o Rocco Dominello, avessero rapporti con la ‘ndrangheta e questo è diventato l’unico punto di contatto con l’accusa. Ma non è sufficient­e a indurre Pecoraro a abbassare il tiro. «Confidiamo nel giudizio sereno della corte», fanno sapere da Torino. Qualunque sia la sentenza, Agnelli al momento resterà presidente del club anche se, per tutta la durata della squalifica, non potrà rappresent­are la società nelle manifestaz­ioni ufficiali, andare negli spogliatoi durante e dopo le partite o alle riunioni della Lega di Milano. Le cose, magari, potrebbero cambiare a fine stagione. È da mesi, ormai, che si parla di un avvicendam­ento al vertice. Vedremo. Di sicuro Andrea resterà alla presidenza dell’Eca, che è un’associazio­ne privata con un proprio statuto. Potrebbe però essere costretto a rinunciare all’Esecutivo Uefa e certamente alla poltrona nel Consiglio federale dove avrebbe diritto a partecipar­e come uditore.

La squalifica, per i singoli tesserati, scatterebb­e nel momento della sentenza e non si blocchereb­be di fronte all’eventuale appello alla Corte federale. Il ricorso fermerebbe però la chiusura dello Stadium sino al secondo grado di giudizio. Il terzo, la Cassazione, è di fronte al Collegio di garanzia del Coni, presieduto da Franco Frattini. Questo per dire che la storia è ancora lunga, almeno sino alla fine di novembre, forse più in là. Certo, Agnelli non è contento. Ma chi lo ha sentito lo descrive battaglier­o. La partita è appena cominciata.

Sentenza equa Il giudice Mastrocola: «La sentenza sarà equa». L’ultimo grado di giudizio a novembre

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