Pisapia e D’Alema, i rivali-alleati «Rischiano di fare come le Ferrari»
Tabacci: non dobbiamo autotamponarci o sarà un disastro
impressionante» riservata ieri al suo leader tra Taranto e Brindisi.
I parlamentari vicini a Pisapia guardano con preoccupazione alle mosse dell’ex premier. «D’Alema si è convinto che alle politiche siamo destinati a perdere e sta diventando un ultrà della sinistra antagonista — è la lettura del prodiano Franco Monaco —. Tutto questo non coincide con il progetto originario di un campo largo di centrosinistra con cultura di governo». Il matrimonio tra Mdp e Campo progressista rischia di saltare? «Lo vedo problematico... Abbiamo una prospettiva diversa, forse incompatibile».
Se Pisapia guarda ancora a una coalizione con il Pd di Renzi e tende la mano ai dem sullo ius soli, D’Alema dialoga con Nicola Fratoianni e lavora per stringere i bulloni con gli altri pezzi di sinistra anti-renziana. Fra un paio di giorni, quando sarà rientrato dalla Palestina, Roberto Speranza convocherà un tavolo con Sinistra Italiana, Pippo Civati e il movimento di Anna Falcone e Tomaso Montanari. Un piccolo arco di forze le cui parole d’ordine sono pressoché incompatibili con quelle di Campo Progressista.
«Pisapia non sarà mai il mio leader e il candidato premier si sceglierà con le primarie» continua a ripetere Fratoianni, convinto che l’ex sindaco di Milano «si accorderà con Renzi prima o dopo le elezioni». Ed è qui che le strade si dividono. D’Alema non vuole nemici a sinistra, Pisapia invece teme che l’attrazione di Mdp per SI e dintorni si riveli fatale, portando a una deriva antagonista e minoritaria.
«Come si fa a immaginare un centrosinistra senza il Pd?», è l’interrogativo retorico che assilla Franco Monaco. «D’Alema teorizza l’isolamento», attacca Tabacci. E Ciccio Ferrara, stufo per i «veti di chi continua a mettere Pisapia sotto esame», respinge l’idea di «un cartello elettorale che tenga assieme antagonisti e sinistra di governo, solo per entrare in Parlamento». E poiché nessuno sa davvero come andrà a finire, Mdp si organizza. Nell’agenda di D’Alema c’è la lectio magistralis ai ragazzi della Scuola di politica animata dagli eurodeputati Paolucci, Zanonato e Panzeri, poi la prima festa del movimento a Napoli. Attesi Grasso, Boldrini, Camusso, Bassolino, De Luca. Ma il ruolo di guest star toccherà a Franceschini e Delrio, i «pontieri» del Pd.