Dottoressa violentata per ore durante il turno di notte
Catania, le urla e l’allarme dato dai vicini. Arrestato un 26enne
Capita negli spazi pubblici di un ambulatorio di provincia, e non nell’ospedale di un’area di guerra, di essere aggredita e stuprata per una notte.
Capita, insomma, di finire violentate dal tuo stesso paziente e di restare in balia della sua violenza per quattro ore prima di essere salvate dai carabinieri in perlustrazione. Così è successo a Vittoria (nome di fantasia), cinquantunenne medico a Trecastagni, nel Catanese, di essere sequestrata da un ventiseienne alcolista in cura presso l’azienda sanitaria locale in cui lavorava. Arrestato in flagranza, il ragazzo, con precedenti per piccoli reati, è in attesa della convalida dell’arresto. Un passo indietro. Sono le 22,30 di lunedì e le telecamere dell’edificio pubblico alle spalle della piazza principale registrano l’ingresso di un visitatore. È diretto al servizio di guardia medica. Che problema c’è? Entri pure. La dottoressa è lì per assistere chi ha necessità.
La routine è la stessa di ogni sera: uffici vuoti e voci che rimbombano. Un presidio sanitario ai minimi insomma. Ma a Trecastagni si conoscono tutti e nessuno pensa che l’altro, quello che incontri la mattina in piazza, possa uscire fuori di testa e trasformarsi in stupratore. Perciò Vittoria, con il camice indossato sui pantaloni e una camicia, apre la porta e fa entrare Alfio Cardillo, questo è il suo nome. Poi lo rimprovera dolcemente — è in cura, deve seguire la terapia con puntualità — prima di capire cosa lo abbia portato lì.
È questione di pochi minuti, Cardillo reagisce, cerca il telefono, lo stacca dalla parete per isolare l’edificio. Spegne la luce e riesce ad afferrare Vittoria che ancora, nonostante tutto, cerca di calmarlo, convincerlo a parole che non è successo niente, che basta fermarsi prima che sia troppo tardi. Inutile.
I carabinieri la troveranno spogliata e stravolta alle due e mezza del mattino. Ore e ore dopo la donna era riuscita a gridare e qualcuno nel vicinato In cella Alfio Cardillo, l’uomo arrestato con l’accusa di aver violentato la dottoressa aveva sentito le grida e dato l’allarme. C’è una telefonata che raggiunge la centrale operativa dopo le due. Per fortuna una pattuglia non era lontano ed è intervenuta subito.
Quando i carabinieri del nucleo operativo, guidato dal colonnello Michele Piras, riescono a entrare la stanza è completamente buia e lui, particolare grottesco, ha, infilati ai piedi, i pantaloni di lei, presi per errore, per rivestirsi in gran fretta dopo aver sentito il suono delle sirene.
È accusato di stupro e sequestro di persona: Vittoria ha ecchimosi e contusioni, lui l’ha colpita più volte, ed è in stato di choc. L’inchiesta è coordinata dal procuratore aggiunto di Catania Marilisa Scavo, Cardillo s’è difeso: «Ho fatto una cavolata».
«Il fenomeno degli stupri, della violenza sulle donne è diventato veramente inaccettabile» ha detto la ministra della Salute Beatrice Lorenzin parlando a margine di una conferenza sull’alimentazione.