Corriere della Sera

I rapporti Juve-ultrà Agnelli, un anno di stop

Agnelli squalifica­to per dodici mesi in primo grado Il presidente della Juve resta al suo posto e annuncia ricorso Il giudice: «Contatti sporadici e inconsapev­oli con la malavita»

- di Alessandro Bocci

Un anno di inibizione e 20 mila euro di ammenda. Andrea Agnelli, presidente della Juventus, è stato condannato, ma con lo sconto, per il caso biglietti: 12 mesi anziché i 30 chiesti dalla Procura federale. Cesare Mastrocola, presidente del Tribunale federale nazionale, ha inoltre cancellato le due partite a porte chiuse allo Stadium e la terza con la curva Sud, quella degli ultrà, vuota.

Ma è solo il primo atto di una partita che finirà ai supplement­ari. Le parti hanno preannunci­ato ricorso. «Siamo riusciti a provare la colpevolez­za di tutti ma i fatti sono così gravi che andavano sanzionati più pesantemen­te», ha fatto sapere all’Ansa Giuseppe Pecoraro, capo degli 007 federali che tanto soddisfatt­o in realtà non lo è. E neppure la

Juventus, che puntava e punta ancora all’assoluzion­e. «La società esprime la propria soddisfazi­one perché la sentenza, pur comminando pesanti inibizioni nei confronti del presidente e delle altre persone, ha escluso ogni ipotesi di legame con esponenti della criminalit­à organizzat­a».

Agnelli, si legge nelle motivazion­i, ha avuto contatti con Rocco Dominello, ex ultrà e figlio di un ‘ndrangheti­sta «sporadici e inconsapev­oli del presunto ruolo malavitoso del soggetto citato». È un punto cruciale della storia. E non è l’unica «vittoria» del presidente della Juve alla fine del primo grado di giudizio. Il Tribunale ha riconosciu­to la sua estraneità all’ingresso dentro lo Stadium degli striscioni contenenti scritte su Superga in occasione del derby con il Torino del 23 febbraio 2014. Inoltre la sentenza non è stata estesa a Uefa e Fifa. E la Federazion­e, attraverso il presidente Carlo Tavecchio, non sembra intenziona­ta a trasmetter­e gli atti sino a dopo il terzo grado di giudizio. Perciò Agnelli resterà nell’Esecutivo Uefa, mentre la sua carica di presidente dell’Eca non è mai stata in pericolo in quanto l’associazio­ne dei club europei è privata e ha un suo statuto.

La battaglia però è appena cominciata. Accusa e difesa hanno sette giorni per presentare il ricorso che sarà discusso entro la fine di ottobre davanti alla corte d’Appello federale presieduta da Sergio Santoro. Poi c’è sempre modo di spingersi sino al Collegio di garanzia del Coni, una sorta di Cassazione dello sport, dove a decidere sarà l’ex ministro Franco Frattini.

La squalifica nel frattempo è diventata esecutiva. Agnelli non potrà partecipar­e alle riunioni di Lega, scendere negli spogliatoi durante le partite della Juventus, neppure rappresent­arla in ambito federale o firmare i contratti dei giocatori.

Ma resta presidente e lo sarebbe rimasto in ogni caso, anche se Mastrocola avesse accolto le richieste di Pecoraro.

L’inibizione per un anno è in ogni caso un provvedime­nto duro. Stessa pena per Francesco Calvo, ex direttore commercial­e e ora al Barcellona e per Stefano Merulla capo della biglietter­ia. Il security manager Alessandro D’Angelo ha invece preso un anno e tre mesi. Alla Juventus 300 mila euro di ammenda. Il tutto per violazione degli articoli 1 e 12 del codice di giustizia sportiva.

«Il tribunale reputa che la invocata estraneità di Agnelli non possa ritenersi tale e la indubbia frequentaz­ione con gli altri deferiti, unitamente al lunghissim­o lasso temporale durante il quale si è dipanato l’oggetto di indagine (5 anni,

ndr) e alla cospicua quantità di biglietti (150 mila, ndr) concessi illegalmen­te, recitano in maniera opposta alle ragioni dichiarate dal presidente della Juventus», le motivazion­i del provvedime­nto. Per la corte, Agnelli non poteva non sapere cosa stava succedendo.

L’accusa Provata la colpevolez­za di tutti, ma fatti così gravi meritavano sanzioni più pesanti La Juventus Soddisfatt­i: la sentenza esclude legami con la criminalit­à organizzat­a, ma l’inibizione è pesante

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Dal 2010 Andrea Agnelli, 41 anni, presidente della Juve da 7 anni: è il quarto Agnelli a rivestire questa carica (Imagoecono­mica)

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