Corriere della Sera

Assisi, la rinascita dopo il terremoto

Bartolini, primo cittadino all’epoca del sisma del ‘97: oggi ai miei colleghi pochi poteri

- Di Fabrizio Caccia

«Fortuna, coraggio, colpo d’occhio, non saprei, sicurament­e l’essermi trovato al posto giusto nel momento giusto. Ma con la telecamera accesa…», dice oggi Paolo Antolini, che quella mattina del 26 settembre 1997, dunque esattament­e 20 anni fa, era l’operatore freelance di Umbria Tv andato a riprendere il sopralluog­o delle autorità all’interno della basilica superiore di Assisi, dopo che la terra aveva già tremato fortissimo alle 2 e 33 (5.7 di magnitudo). Gli esperti, accompagna­ti dai frati del Sacro Convento, stavano monitorand­o lo stato degli affreschi di Giotto e Cimabue, quand’ecco la nuova, terribile scossa (grado 6.1 della scala Richter).

Antolini racconta: «Ero dentro con la mia Sony 8 mm high band, quasi al centro della navata, in un punto che miracolosa­mente restò in piedi. Così, spinsi il tasto play e filmai tutto: il crollo fragoroso delle volte, la nuvola immensa di polvere che avanzava come una valanga verso di me. E poi le grida d’aiuto dei superstiti e il buio fitto che ci avvolse...». Quindi Antolini uscì, impolverat­o dalla testa ai piedi, e mentre tutt’intorno era il caos, lui corse in redazione in tempo per riversare la cassetta e andare in onda col tg delle 13.30. Fu uno scoop mondiale. Le immagini di Umbria Tv hanno fatto il giro del pianeta, dal Giappone agli Stati Uniti. Ci fossero stati i social, a quei tempi, chissà le condivisio­ni. Un miliardo, forse. Ancora oggi, vent’anni dopo, il terremoto di Assisi sta tutto in quel filmato lungo diciassett­e interminab­ili secondi: «Quanto ci ho guadagnato, col mio scoop? Cinque milioni di lire, l’unico premio internazio­nale che ho vinto», si schermisce il cameraman, che oggi ha 58 anni e fa il tecnico di studio sempre a Umbria Tv.

Il sindaco dell’epoca, Giorgio Bartolini, oggi ha 78 anni e siede ancora in consiglio comunale, sempre col centrodest­ra ma all’opposizion­e. Dice: «Hanno ragione i sindaci di Amatrice, Accumoli e degli altri paesi terremotat­i del 2016. Loro oggi non hanno soldi e non hanno poteri, poverini. Non possono fare niente, sono paralizzat­i dalle leggi e dalla burocrazia. Io invece davo ordini e prendevo decisioni immediate, la Protezione civile mi assecondav­a. E tutti i soldi che mi arrivarono li spesi, malgrado i moniti della Corte dei Conti. Però già dopo due anni, agosto ’99, ecco che rimandammo indietro a Roma tutti i container. E fui il primo in Italia a trasferire le persone dalle tende agli alberghi, senza esitare. Disse bene il commissari­o nominato dal governo, Antonio Paolucci: ad Assisi abbiamo fatto cose da James Bond…». Cantieri avvenirist­ici e tecniche ultramoder­ne: «Le volte ora le teniamo su per i capelli con una rete di mille tiranti», chiosa con un’immagi- ne felice il responsabi­le della sala stampa, padre Enzo Fortunato, uno dei superstiti di quella mattina insieme all’ex sindaco Bartolini («Ho conservato il telefonino che avevo nella tasca — racconta quest’ultimo — c’è ancora dentro la polvere di quel giorno»).

Qui, il prossimo 3 ottobre, vigilia di San Francesco, arriverà in visita il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. La sindaca in carica, Stefania Proietti, del centrosini­stra, gli ha scritto una lettera commovente: «Assisi — dice — è la dimostrazi­one lampante che le città colpite dal terremoto possono diventare ancora più belle e forti di prima, grazie alla mano dell’uomo e all’aiuto di Dio». E poi, comunque, lo lasciò detto anche il Santo Poverello, a Villa Gualdi, pochi giorni prima della sua morte: «Assisi avrà guai, ma non perirà mai». E così è stato.

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(Ansa) Nel 1997 Le macerie dopo il crollo nella basilica di San Francesco ad Assisi
 ?? (foto Sky Arte) ?? Oggi L’interno della basilica di San Francesco d’Assisi nel documentar­io «Artquake — L’arte salvata»
(foto Sky Arte) Oggi L’interno della basilica di San Francesco d’Assisi nel documentar­io «Artquake — L’arte salvata»

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