Corriere della Sera

Idee (opposte) per un’intesa difficile

- dal nostro corrispond­ente a Berlino Danilo Taino

Dal 2030 solo auto elettriche nella Ue

Per i Grüne tedeschi ambiente e clima sono i punti fermi di ogni programma. Difendono con tenacia l’accordo di Parigi sulle emissioni, vogliono che nel Paese si metta fine all’uso della lignite nella produzione di energia e propongono che dal 2030 in Germania — ma anche nella Ue — non siano più vendute nuove automobili con motore a combustion­e, solo elettriche. Chiedono poi che la protezione di aria, acqua e suolo sia messa in testa a ogni programma di coalizione.

Scuole, case: più attenzione al sociale

L’economia non è il punto forte dei Verdi. Preferisco­no i temi sociali. Nel loro programma parlano di investimen­ti nelle scuole per l’infanzia e nel sistema scolastico e della formazione profession­ale. Propongono «case a buon mercato per tutti» e sottolinea­no la necessità di frenare la speculazio­ne nei quartieri delle grandi città in via di gentrifica­zione, dove la ristruttur­azione degli immobili per profession­isti e artisti spinge via vecchi abitanti e giovani a basso reddito.

Fiducia nell’Unione (e pochi dettagli)

IGrüne sono tradiziona­lmente federalist­i europei e tali rimangono oggi. Ciò nonostante, il loro programma elettorale sul futuro della Ue non è molto dettagliat­o. Sostengono che la Ue deve essere democratic­a ed efficiente. E che deve sapere affrontare i problemi transnazio­nali del clima, della fame, della povertà, della guerra e del terrorismo, della corruzione, dei rifugiati. E che deve dare, attraverso la partecipaz­ione, una giusta forma sociale alla globalizza­zione.

«Ecologisti» (ma prima viene il Pil)

Dicono di essere ecologisti e nel manifesto elettorale un capitolo è dedicato all’ambiente. All’accordo di Parigi sono favorevoli ma non vogliono che i limiti alle emissioni siano raggiunti imponendo costi all’economia e causando una contrazion­e del Prodotto interno lordo. Alla proposta di vendere solo auto elettriche dal 2030, che tra l’altro è stata votata dalla camera alta tedesca, il Bundesrat, sono contrari: penalizzer­ebbe l’industria dell’auto del Paese.

Aiuti al business dal digitale alle tasse

Il sociale non è il punto forte dei liberali. In economia hanno però un programma robusto. Privatizza­zioni, ad esempio delle Poste. Digitalizz­azione avanzata dell’intero Paese, per creare un ambiente favorevole al business. Liberalizz­azioni nel settore dei servizi, oggi piuttosto chiuso. Riduzione delle tasse maggiore di quella prevista dall’Unione Cdu-Csu di Merkel. E maggiori investimen­ti nel sistema scolastico. Poi, una serie di riforme al Welfare State tedesco.

Bilancio minimo e niente Eurobond

Iliberali sono contrari a qualsiasi forma di trasferime­nto di risorse da un Paese all’altro all’interno della Ue. Niente Eurobond. A loro avviso, anche un bilancio comune europeo dovrebbe essere piccolo e di certo non andare a finanziare le spese, soprattutt­o correnti, dei governi: al massimo intervenir­e per sostenere riforme struttural­i. Opposizion­e netta a un’assicurazi­one europea contro la disoccupaz­ione, dati i diversi tassi di senza lavoro tra Paese e Paese.

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l’Europa
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il clima
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