Adesso Macron accelera, piano per cambiare la Ue: «Più sovrana e unita»
La proposta francese. Draghi: la ripresa c’è, ma servono stimoli
Oggi alle 15, davanti agli studenti della Sorbona, il presidente francese Emmanuel Macron dovrà convincere che il sogno di un rilancio europeo è ancora vivo, che il suo gusto per i gesti simbolici — l’inno alla gioia, il discorso davanti al Partenone — si fonda su una visione reale. Macron esporrà le linee guida di una possibile evoluzione dell’Unione europea da adesso al 2024, quando Parigi ospiterà Giochi olimpici che potrebbero diventare «un grande momento europeo».
Tutto è più difficile dopo i risultati delle elezioni tedesche. Ma «con i prossimi quattro anni di stabilità in Francia e in Germania, questa è una finestra di opportunità da non mancare», dicono fonti dell’Eliseo. Macron presenterà alla Sorbona «una decina di misure su tre assi fondamentali: Europa sovrana, Europa unita, Europa democratica». Sovrana perché in grado di tutelare le sue frontiere e anche le aziende di fronte alla concorrenza straniera. Unita perché l’aspirazione è rivolgersi a tutti i Paesi che vogliono avanzare, anche quelli dell’Est con i quali Macron nelle ultime settimane ha avuto rapporti non facili (la Polonia in particolare). Democratica perché il deficit di legittimità delle istituzioni europee va sanato, magari proponendo un Parlamento della zona euro e «convenzioni democratiche» da tenersi in tutti i Paesi nel primo semestre del 2018 in modo da coinvolgere i cittadini in vista delle elezioni europee del 2019.
Angela Merkel sarà forse costretta a formare una coalizione di governo con il partito liberale che ha già dichiarato di rifiutare alcune importanti proposte di Macron: il budget unico e il ministro delle Finanze della zona euro e la messa in comune del debito. Il possibile ministro delle Finanze, il liberale Christian Lindner, si oppone a un budget della zona euro grazie al quale i soldi tedeschi «finirebbero in Francia per coprire la spesa pubblica o in Italia per porre rimedio agli errori di Berlusconi».
I consiglieri di Macron ribattono che «il discorso non si concentrerà sul budget, la sua visione è molto più ampia», e non vogliono credere che il destino dell’Europa sia ora nelle mani del partito liberale «che forse non è più quello di Genscher (il ministro degli Esteri europeista di 25 anni fa) ma neppure euroscettico».
Il presidente della Banca centrale europea Mario Draghi ieri è sembrato concordare su fatto che lo status quo non è accettabile quando, parlando al Parlamento di Straburgo, ha auspicato «passi decisivi per rendere la governance dell’Unione economica e monetaria più adatta allo scopo» e invocato stimoli per incoraggiare la ripresa. Macron confida nel sostegno degli altri partner europei, «tra i quali l’Italia di Gentiloni, che nei giorni scorsi ha seguito l’elaborazione del discorso» e che domani incontrerà il presidente al vertice franco-italiano di Lione.