Effetto Berlino, ius soli in un vicolo cieco Ma i vescovi: serve per l’integrazione
Le priorità del presidente della Cei Bassetti: gli aiuti alle famiglie, i giovani e la cittadinanza
Il vento di destra che soffia dalla Germania e preoccupa l’Europa gela ogni residua speranza di approvare, in questa legislatura, la legge sulla cittadinanza. Lo stop non è ufficiale, ma dopo lo choc elettorale di Berlino nessuno a Palazzo Madama scommetterebbe un euro sullo ius soli. Eppure, all’indomani del voto che ha visto la Merkel perdere consensi anche per la politica di apertura ai migranti, una nuova spinta arriva da Oltretevere.
Nella sua prima prolusione al Consiglio episcopale permanente, il cardinale Gualtiero Bassetti invoca aiuti per i giovani e le famiglie e appoggia «il riconoscimento di una nuova cittadinanza». Alimentare paure non è un comportamento cristiano, bacchetta il presidente della Cei e sprona la politica a favorire «la partecipazione alla vita pubblica di quegli uomini e donne che sono nati in Italia, parlano la nostra lingua e assumono la nostra memoria storica». Ma al vertice del Pd si vanno convincendo che la legge sia troppo divisiva e penalizzante dal punto di vista del consenso. Certo non è stata una svista il giro di parole con cui Matteo Renzi a Imola ha evitato di scandire l’espressione giuridica che indica il riconoscimento dei diritti per i bambini nati in Italia da genitori stranieri. Ius soli, appunto, una legge a cui tanti renziani attribuiscono la batosta alle amministrative. «Sul voto in Germania ha avuto un peso rilevantissimo il tema degli immigrati» ha detto il governatore Enzo De Luca, convinto che la situazione in Campania sia «intollerabile» e la presenza degli stranieri «un’emergenza drammatica».
A luglio, vista la pressione generata sull’opinione pubblica dall’ondata di sbarchi, il premier Gentiloni aveva rallentato la corsa impegnandosi a riprendere il dossier in autunno. A inizio settembre un’altra frenata, con il capogruppo Luigi Zanda costretto a spiegare che non aveva senso portare il testo in aula per affossarlo. Ora è autunno, ma la stagione del calendario non coincide con quella della politica. «Se ci riprovano blocchiamo le Camere», è il mantra di Salvini, che su migranti e ius soli è pronto a un confronto con Renzi e Di Maio.
I voti a Palazzo Madama scarseggiano anche per la legge di Bilancio, figuriamoci per la cittadinanza. «Prima di fare una legge occorre tenere conto del momento e della realtà circostante» avverte Maurizio Lupi (Ap) e suggerisce di rinviare «alla prossima legislatura». Salvo miracoli finirà tutto alle calende greche, a dispetto della performance canora della ministra Valeria Fedeli che a Radio Rock ha reinterpretato «Via con me» di Paolo Conte per esprimere il suo sostegno al ddl: «Sarebbe molto positivo. It’s wonderful...».