Corriere della Sera

In tribunale con il coltello, ferisce due giudici

Perugia, l’aggressore è stato arrestato. Polemiche sulla sicurezza. Il Guardasigi­lli ordina verifiche

- Fulvio Fiano

Due giudici accoltella­ti nei loro uffici del tribunale civile di Perugia da un uomo entrato indisturba­to con le armi. Le ferite non sono gravi, l’aggressore è stato arrestato. Ma è polemica sulla sicurezza nelle sedi giudiziari­e.

Roberto Ferracci arriva nei corridoi della sezione fallimenta­re con una lama di 25 centimetri. Bussa alla porta del giudice Francesca Altrui e con lei si lamenta per una causa che l’ha visto soccombere. Il magistrato lo invita ad uscire ma lui si chiude la porta alle spalle e la colpisce a una spalla (con sé ha anche un secondo coltello). Le urla della giudice vengono sentite dal collega Umberto Rana, che è nella stanza a fianco, e dal cancellier­e Giuseppe Alessandri­ni. I due sfondano la porta e, dopo una colluttazi­one in cui Rana viene ferito al torace e Alessandri­ni resta contuso, riescono a mettere in fuga l’aggressore. L’uomo, un 53enne di Spello, viene bloccato ancora all’interno del palazzo dalla polizia giudiziari­a accorsa dalla Procura generale, che ha sede sull’altro lato di piazza Matteotti. «Poteva scapparci il morto» è la sintesi, del presidente della Corte d’Appello, Mario Vincenzo D’Aprile.

Quella di piazza Matteotti è una delle 12 sedi degli uffici giudiziari del capoluogo umbro che costano affitti (in totale) per un milione di euro l’anno. Il palazzo è di proprietà delle Poste, che ha la sua sede centrale al piano terra. C’è un atrio comune, poi da un portone interno si sale verso gli uffici giudiziari. L’ingresso principale è privo di ogni controllo: niente tornelli, nessun metal detector, né telecamere né vigilanza. «Le denunce degli ultimi anni non hanno portato a niente», accusa Luca Semeraro, consiglier­e in Cassazione, ma fino al 12 settembre magistrato a Perugia. «Un gravissimo episodio — commenta il vice presidente del Csm, Giovanni Legnini — che rende urgenti misure risolutive già nel prossimo plenum». Al grido d’allarme si aggiunge l’Anm, mentre il ministro Andrea Orlando dispone verifiche sulle misure intraprese all’indomani del precedente di Milano.

Da almeno otto anni il tema della sicurezza dei palazzi di giustizia di Perugia è all’attenzione della conferenza permanente che coinvolge tutti gli uffici. Ma solo nei prossimi giorni, dopo un complesso percorso di autorizzaz­ioni, potrebbe arrivare a soluzione. Lo annuncia il presidente della Corte d’Appello, Fausto Cardella, in carica da marzo 2016: «L’ultimo via libera ministeria­le per installare tornelli e metal detector in un progetto da 45 mila euro, che è stato a lungo fermo, è del 22 settembre. Manca ora solo la nomina del responsabi­le dei lavori. Già in questi giorni però parte il servizio di vigilanza armata su un bando dell’anno scorso».

L’aggressore deve rispondere di tentato omicidio pluriaggra­vato, lesioni personali e danneggiam­ento aggravato. «Non solo qui, ma in tutta Italia — ragiona il Procurator­e capo di Perugia, Luigi De Ficchy —, i tribunali civili vengono considerat­i, sbagliando, a rischio zero».

Niente tornelli L’ingresso principale degli uffici giudiziari è privo di tornelli, metal detector o telecamere

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