Corriere della Sera

Don Prodi lascia la sua parrocchia: «Sono ferito per le critiche in piazza»

Bologna, il nipote dell’ex premier (due lauree) via dopo 12 anni. I fedeli: rimani

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«Grazie di tutto». Sotto la scritta tracciata con lo spray su un lenzuolo appeso tra due colonne, compare anche la firma: «I ragazzi del biliardino». Il calcio-balilla è piazzato proprio lì, davanti all’ingresso della canonica, non lontano dal campo di calcio dell’oratorio di Santa Maria di Ponte Ronca, frazione di Zola Predosa, a due passi da Bologna. Pomeriggio di una bella giornata soleggiata. Don Matteo Prodi, 50 anni, il parroco che poche ore prima ha annunciato, con un lungo post su Facebook, di essersi dimesso, dopo 12 anni, dalla guida della comunità «perché non a tutti è piaciuta la mia vita», rincasa in bicicletta.

Pantaloni da lavoro, felpa sportiva, la barba imbiancata che s’accompagna all’aria assai giovanile. Sulle prime il reverendo — con un curriculum sterminato: due lauree, una in Economia e commercio presa nel 1990 e l’altra più recente, nel 2010, in sacra teologia — non ha troppo voglia di parlare con i giornalist­i che lo attendono davanti casa.

«Se siete qui è solo perché sono il nipote di Romano Prodi, altrimenti la mia storia sarebbe passata inosservat­a» racconta don Matteo, nipote dell’ex premier ulivista e figlio di Vittorio, ex presidente della Provincia di Bologna e due volte In bici pratico poco la parrocchia, ho cominciato ad andarci per i suoi sermoni. I migranti? Chi altro deve pensarci se non la chiesa?» si chiede un signore sulla settantina. Maria Pia, tabaccaia sulla via principale, abbassa gli occhi intristita: «Mi si accappona la pelle a pensare che non sara più con noi». Figurarsi Michela, la figlia di Maria Pia: «Gli ho appena mandato un sms per chiedergli di ripensarci». Una coppia di pensionati seduti su una panchina del giardino comunale

Non a tutti è piaciuta o piace la mia vita: avere ospitato i migranti non c’entra con quanto successo Ogni mia decisione è in sintonia con il vescovo Continuerò poi a occuparmi di migranti Le reazioni Lo choc in paese: «È un uomo eccezional­e» Gli appelli per sms: «Ripensaci»

racconta dell’aiuto dato a una famiglia di rifugiati: «Hanno vissuto per qualche tempo in chiesa. Ora il papà ha trovato lavoro come operaio, i bimbi vanno a scuola: Matteo non ha pensato solo ad accoglierl­i, ma anche a integrarli».

Adesso cosa farà il prete? Prima di richiudere la porta l’ex parroco di Santa Maria chiarisce: «Ogni mia decisione è in sintonia con il vescovo». E poi: «Continuerò a occuparmi di migranti».

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