«Mi faccio passare l’ansia Cuciniamo anche via Skype»
Per lavoro Alessia Cremona aiuta gli studenti che vogliono partire e fare l’Università all’estero. Aveva cominciato tre anni fa con cinque ragazzi, oggi ne segue 250 affiancando a loro altri studenti esperti che fanno da tutor. Ma quando si tratta dei propri figli che se ne vanno, anche Alessia diventa una vera mamma italiana che accorre per fare i traslochi («le altre mamme ci guardano male, ma il risultato del nostro intervento è migliore») e diventa apprensiva: «Io ai miei figli ho fatto fare la scuola internazionale a Milano perché volevo dar loro la possibilità di studiare qui o all’estero. Ma andarsene è un sacrificio per i ragazzi. E anche per noi mamme farli partire è durissima». Olimpia, 22 anni, è negli Stati Uniti e Niccolò, 24, a Londra: «Ha studiato all’Imperial College e lavora a Goldman Sachs, ma con la Brexit sono tutti preoccupati. Poi c’è la paura degli attentati: diciamo che ho imparato a farmi passare l’ansia». Londra almeno «è vicina, i figli possono tornare spesso con le low cost, ma gli Stati Uniti... lì è difficile. L’Università è iper-competitiva, molti ragazzi finiscono anche per usare alcol e droga per combattere le frustrazioni. Bisogna vigilare quando i ragazzi partono: io al secondo anno di mia figlia ero lì spesso perché aveva crisi di panico, poi se hai un buon rapporto le cose funzionano. Mio figlio quando cucina si collega con Skype e “lavoriamo” insieme». Perché c’è anche la solitudine: «Vedo che tendono a fidanzarsi tra italiani, chissà se è un ripiego per non sentire la lontananza».