Corriere della Sera

«Costretti alla separazion­e Sarei dovuto partire pure io»

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Un figlio a studiare in Spagna «perché l’Italia non ti consente neppure di istruirti e formarti», l’altro a Singapore «perché lì ha trovato opportunit­à che qui non ci sono». Flavio Didoné, fisioterap­ista a Milano, e sua moglie si sono trovati in quattro anni «genitori con i figli lontani». «Con i figli “costretti” ad essere lontani — precisa il papà—. Andrea, dopo Economia, ha fatto uno stage in una cooperativ­a e gli hanno proposto Singapore. Le cose non andavano bene: dopo sei mesi è passato alla Luxottica, sempre a Singapore. Ha 32 anni e da 4 vive lì. Quest’anno andremo a trovarlo». Con Andrea si sentono una volta alla settimana via Skype e si parlano con WhatsApp che «è più comodo anche se non si fanno certo chiacchier­e». Adesso è partito anche Luca, 19 anni, destinazio­ne Spagna per la laurea in Fisioterap­ia: «Qui da noi c’è il test, ma ci sono pochi posti. A Milano erano in mille per 50 posti e lui non è passato. Così avevamo il piano B: Austria o Spagna». Si lamenta papà Flavio: «Qui uno paga le tasse e poi non trova un posto per far studiare il figlio? A Murcia in Spagna, invece, c’erano tanti candidati e hanno aperto un secondo corso». Flavio spera ovviamente che Luca torni: «Ho un solo rimpianto: sarei dovuto partire con la mia famiglia, qualche anno fa. Avevo pensato di andare in Canada: lì i miei figli avrebbero studiato e trovato la loro strada». E invece sono partiti da soli. «Preoccupaz­ioni? Li vedo contenti. Noi li sosteniamo. Dal punto di vista affettivo intendo, economico poco».

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