Fincantieri e Stx, ultima mediazione: la carta della maggioranza italiana
Domani vertice Macron-Gentiloni. Il nodo della forma dell’intesa e dell’accettabilità per le parti
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
Alla fine del braccio di ferro estivo sembra che a spuntarla — almeno di fatto — sia l’Italia. Una fonte di parte italiana vicina al dossier conferma: «La maggioranza e il controllo della nuova società che nascerà dall’accordo STXFincantieri saranno italiani, i francesi non si oppongono più a lasciare a noi — sostanzialmente — il 51%. Stiamo però trovando un meccanismo, un escamotage, che permetta alla Francia di salvare la faccia. Una formula che non faccia apparire del tutto vana la loro battaglia di questi tre mesi».
Questo è un punto importante del 34esimo vertice franco-italiano previsto domani a Lione, al quale parteciperanno il presidente francese Emmanuel Macron e il capo del governo italiano Paolo Gentiloni: bisognerà annunciare l’accordo in modo che, soprattutto di fronte all’opinione pubblica francese, la maggioranza di Stx-Fincantieri garantita ormai agli italiani dopo tante resistenze non appaia come un imbarazzante cedimento. È allo studio un’acrobazia formale che consenta ai francesi di considerare accettata la loro richiesta di «50-50», con il 51% di fatto garantito all’Italia.
Fonti dell’Eliseo confermano che l’accordo su Stx e Fincantieri è più o meno trovato, «ne parleremo ancora e lo annunceremo mercoledì a Lione». Viene evocato un «ottimismo molto ragionevole quanto a un’intesa equilibrata, che soddisfi entrambe le parti».
L’accento francese posto sull’«equilibrio» è frutto della crisi diplomatica scoppiata a luglio, quando Parigi ha fatto marcia indietro rispetto ai patti stipulati in aprile, arrivando a una nazionalizzazione temporanea dei cantieri Stx di Saint Nazaire pur di non cedere all’alleato europeo il controllo del «campione nazionale» (peraltro già da tempo non più in mani francesi ma sudcoreane). Roma è stata inflessibile: la maggioranza della nuova società, almeno il 51%, spetta agli italiani come prevedeva l’intesa iniziale, oppure l’affare salta.
Con queste premesse è difficile ora garantire un equilibrio assoluto, visto che entrambi i governi hanno fatto del 51% una questione di principio. Ma è Stx a essere in vendita, ed è Fincantieri ad avere i mezzi per comprarla.
A fine luglio il ministro dell’Economia francese Bruno Le Maire aveva sottolineato in un’intervista al Corriere e poi nei colloqui con i ministri Padoan e Calenda a Roma che l’intesa poteva essere allargata a Naval Group (ex Dcns) per dare alla nuova società una dimensione anche militare, dimostrazione della rinnovata volontà europea di collaborare anche a livello di difesa.
Il progetto di un «Airbus del mare», cioè di una collaborazione sia civile sia militare, non è stato accantonato. Verrà costituito un gruppo di lavoro italo-francese che studierà come lavorare insieme sulla difesa con Naval Group, come proposto da Parigi, ma anche con l’italiana Leonardo (ex Finmeccanica).
Il caso Stx-Fincantieri da industriale è diventato fortemente politico: all’indomani del grande discorso di Macron sull’Europa annunciato oggi alla Sorbona, il vertice di Lione dovrà dare una prova concreta della visione sovranazionale del presidente francese.
A Lione Il vertice a Lione. Un gruppo di lavoro per studiare un’intesa anche nella difesa