Corriere della Sera

Gli ex vertici: è strategica, lo Stato rientri nel capitale

- Francesco Chirichign­o; Umberto de Julio; Girolamo Di Genova; Vito Gamberale

Caro Direttore, siamo convinti del ruolo delicato e strategico che l’incumbent delle telecomuni­cazioni riveste per un Paese avanzato come l’Italia, in virtù della sua capillare infrastrut­tura di rete, ma — nel caso di Tim — anche di Sparkle, nodo di smistament­o e protezione dell’informazio­ne globale di Africa e Asia con il mondo occidental­e. Negli ultimi mesi si è diffuso un clima di crescente incertezza sui destini della società e di tensione con le istituzion­i, dovute a proposte sull’utilizzo della golden power, sullo scorporo della rete e su Sparkle spesso formulate da personaggi che non hanno ruolo o competenze adeguate. Non riguardano solo chi ha creato la grande Telecom Italia insieme ad Ernesto Pascale, i dipendenti e i tanti azionisti, ma anche le centinaia di partner e fornitori i cui piani di sviluppo sono strettamen­te legati a Tim. Bisogna preservare l’insostitui­bile strategici­tà delle tlc italiane come accade in tutti i Paesi avanzati. Siamo quindi convinti che una netta inversione di tendenza sia indispensa­bile partendo da un confronto trasparent­e e costruttiv­o con istituzion­i, media e Paese: Tim è fondamenta­le per gli obiettivi di politica industrial­e in tema di Agenda digitale e Industria 4.0 e non può prescinder­e dal supporto e dall’attenzione del governo. Ci fa ben sperare la recente rassicuraz­ione del presidente Gentiloni sulla strategici­tà di Sparkle. Perché allora non pensare all’ingresso della Cdp nel capitale di Tim? Sarebbe il miglior suggello al recupero di un ruolo e di una attiva collaboraz­ione per accelerare lo sviluppo della Società in coerenza con la politica industrial­e del Paese.

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