«Milano? Sarà la capitale del fintech»
Pagani (Tesoro): apre il distretto hi tech, un incubatore per società competitive
4.0 pone sfide che vanno affrontate. E non ci sottrarremo. Ma offre anche grandi opportunità».
Per esempio?
« È il futuro del mondo finanziario ed è un modo efficace per spingere innovazione e competitività. Per esempio, diventa più facile e fluido l’incontro tra chi cerca capitali per sviluppare la propria impresa e chi vuole investire. Certo, questo pone delle sfide anche al mondo bancario tradizionale, ma gli istituti di credito si stanno attrezzando, investendo in tecnologia e magari promuovendo lo sviluppo di società di fintech».
La nuova finanza comprende anche le cripto-valute, l’uso dell’intelligenza artificiale nella consulenza agli investimenti, i pagamenti elettronici.
«Questi ultimi in particolare sono importanti per limitare l’uso del contante, rendere più trasparenti le transazioni, combattere l’evasione fiscale e la criminalità ».
Se l’attività delle società fintech è assimilabile a quella bancaria, si impongono anche temi di Vigilanza...
«La Banca d’Italia ci sta lavorando da tempo e c’è un confronto continuo sul tema, lo testimonia l’importante presenza di Bankitalia qui oggi a Milano. Egualmente per Consob».
Le Authority come la politica, però, di fintech sembrano essersene occupate sottotraccia, almeno fino ad ora.
«Si è vero se ne è parlato troppo poco, anche se il Parlamento ha aperto delle consultazioni sul tema. Oggi peraltro siamo a Milano anche per spiegare come questa iniziativa rappresenti un pezzo di quel progetto di Milano European financial hub».
Quali altre iniziative sono in campo per fare di Milano un «hub finanziario europeo»?
«Sono in corso contatti con tutti gli operatori finanziari attivi nella city di Londra che devono assumere delle decisioni in vista della Brexit. È stato formato un comitato, nel quale sono rappresentati il Comune di Milano e la Regione, oltre ad altre autorità, che segue questi aspetti. Come ricorderà, con la legge di Bilancio 2017 sono stati inseriti sgravi del 50% sulle tasse, per 5 anni, ai professionisti che vengono, o tornano, in Italia a lavorare».