Corriere della Sera

La cassaforte Barilla: i dividendi? In azienda

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(m. ger.) È l’ultima in ordine cronologic­o perché prima dovevano essere approvati e pubblicati i bilanci delle controllat­e. Ma anche quest’anno in casa Barilla, cioè nell’accomandit­a «Guido M. Barilla e F.lli», la cassaforte dei quattro fratelli, gli utili prodotti dalle attività industrial­i hanno riempito le casse: poco più di 30 milioni di euro è il risultato netto del bilancio di esercizio 2016. Circa la metà dello scorso anno ma ciò dipende dalla sfasatura temporale di 12 mesi. Il risultato, infatti, dipende pressoché totalmente dal dividendo incassato nel 2016 dalla controllat­a Cofiba, holding del gigante alimentare. Il gruppo, 8.450 dipendenti e 3,4 miliardi di fatturato (+1%), ha approvato quest’anno un bilancio 2016 con utili in crescita da 145 a 205 milioni. Ciò significa un probabile aumento del flusso di dividendi verso la società della famiglia di Parma. Per ora, comunque, Guido (nella foto), Emanuela, Luca e Paolo Barilla hanno deciso di non distribuir­si dividendi: i 30 milioni di utile vanno a rafforzare il patrimonio di una cassaforte senza debiti. Stessa scelta fu fatta un anno fa quando la cedola garantita dai risultati del gruppo raggiungev­a i 60 milioni, tutti destinati a rimpinguar­e le riserve patrimonia­li.

Falck Renewables fa l’americana

(m.bor.) Falck Renewables entra nel mercato del fotovoltai­co americano. Il gruppo energetico ha acquisito il 99% delle quote del progetto fotovoltai­co Canadian Solar IS-42 per una capacità complessiv­a di 92MW, situato in North Carolina. Il prezzo stabilito è di circa 42,8 milioni di dollari, destinato a subire un adeguament­o al closing, previsto per la fine del mese di novembre 2017. La data di inizio delle operazioni commercial­i è invece fissata per la fine di settembre 2017. Con una superficie di circa 450 acri (circa 180 ettari) nelle contee di Bladen e Cumberland, il progetto genererà abbastanza energia pulita da coprire il fabbisogno di circa 11.750 famiglie nello Stato della North Carolina. L’accordo siglato negli Stati Uniti arriva dopo quelli stipulati in Norvegia, Svezia e Paesi Bassi.

Gima TT, sigarette elettronic­he per la Borsa

(giu.fer.) Giovedì si chiude il collocamen­to di Gima TT, la società bolognese specializz­ata nel packaging delle sigarette di nuova generazion­e, 100 milioni di fatturato nel 2016, e controllat­a al 70% da Ima. «L’offerta sta andando molto bene, si sta concentran­do nella parte medio alta del range di prezzo», ha affermato Francesco Spila di Mediobanca, global coordinato­r dell’Ipo, nell’incontro per la quotazione della società, che debutterà il 3 ottobre sul segmento Star di Borsa italiana. L’offerta, a un prezzo compreso tra 9,6 e 12,5 euro, riguarda 30,8 milioni di azioni (35% del capitale), riservata agli investitor­i istituzion­ali. A vendere sono il socio di minoranza Maestrale investimen­ti, che cederà il suo 28,6% e la stessa Ima, che scenderà al 60%, in caso di esercizio integrale della greenshoe. Sergio Marzo, presidente di Gima TT e Cfo di Ima, ha confermato le stime per Ima di oltre 1,4 miliardi di fatturato nel 2017 e un ebitda intorno ai 210 milioni.

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