Parola d’ordine: «uscire dal bagno» La rivincita della stanza più intima
Dai rivestimenti ai sanitari, l’ambiente del benessere si sposa con il resto della casa
Definirlo «bagno» è ormai riduttivo. Perché quel luogo, una volta solo da nascondere, è diventato una stanza a tutti gli effetti. La rottura dello schema, passata attraverso l’apertura a vista sulla camera da letto, l’aumento delle dimensioni, l’introduzione di arredi uguali al soggiorno, oggi prosegue nei materiali — al primo posto la ceramica, ma anche legno e marmo — e nelle finiture. Dai rivestimenti ai sanitari, la novità più importante (lo si vedrà al Cersaie) si gioca sulle texture, siano le cromie o le finiture, e sul cambio d’uso. Sì, perché i materiali ora spaziano tra pareti, pavimenti e sanitari, senza la prerogativa di essere legati a un unico ambito di utilizzo.
«Oggi, grazie alla tecnologia produttiva, siamo in grado di ricreare qualsiasi tipo di superficie per qualunque destinazione d’uso, dal pavimento alle pareti, fino all’esterno — spiega Emilio Mussini, presidente e ad di Panaria Group —. Grafiche, tramature, la riproduzione dei materiali naturali: tutto può essere replicato con “tessiture” tattili differenti, che le rendono adatte a contesti diversi: soft e più scorrevoli per l’uso residenziale, antiscivolo per l’esterno. Lo stesso vale per le cromie. Insomma, con una sola collezione si può creare un filo conduttore in tutta la casa». Accanto alle tinte pietra e ai naturali («Ma con una nuance più calda», precisa Mussini), si riconferma il ritorno dei toni pastello e delle trame replica delle stoffe o, addirittura, della carta da parati: «La resa è la stessa, con in più la praticità, l’inalterabilità e la possibilità di interagire con la luce, creando effetti tridimensionali», spiega Mussini della nuova linea Kerlite di Cotto d’Este, citazione precisa di una tappezzeria contemporanea. Non basta: la reinvenzione della trama oggi può arrivare a trasformare la ceramica in un «vero» pezzo d’arredo. «Piccoli pixel, stampati sul grés porcellanato con intensità di colore diverse, ci hanno fatto ottenere una superficie che simula un tappeto persiano antico. L’effetto di tridimensionalità e matericità, ottenuto grazie all’uso sofisticato della stampa digitale, fa il resto», dice Mauro Vandini, ad di Marazzi Group, della nuova collezione Grand Carpet, design Antonio Citterio e Patrizia Viel, in grado di decorare l’intero pavimento di una stanza. Sì, perché il design qui rappresenta l’unione di forma e funzione: Giulio Cappellini «C’è tutto il potenziale tecnologico del grès assieme alla sua capacità di rendere qualsiasi effetto visivo e decorativo. In più, la lastra a grande formato, 120 x 240 cm, dà la possibilità di creare un unico disegno, ampio e riproducibile all’infinito». Già, le dimensioni, sempre più generose, combinate allo spessore minimo sono un trend consolidato, che aumenta la resa decorativa, con un occhio a sostenibilità (meno materiale) e maneggevolezza (peso ridotto).
Sanitari: l’attenzione alla materia è forte anche qui. «Noi puntiamo sui colori cemento e pietra, e sull’effetto satinato applicati a forme morbide e più comode — dice il direttore generale di Simas, Alessandro Scopetti —. Piacciono molto in Medio Oriente e nel Nord Europa. In Italia rimaniamo fedeli al bianco». Ceramica regina incontrastata? Sì, se si pensa che Flaminia dai sanitari la trasla persino alle lampade: «Nel mondo della luce la ceramica non è stata quasi mai utilizzata. Abbiamo lavorato sui pesi e sulla sua capacità di riflettere e su una forma citazione precisa di un lavabo», spiega l’art director Giulio Cappellini, della collezione Saltodacqua, parte di una nuova linea di illuminazione. L’idea è di «uscire» dal bagno: «I confini con il resto della casa sono abbattuti e l’approccio di arredo è diventato lo stesso», conferma Cappellini, che decreta la fine dei tre sanitari uguali e del minimalismo esasperato: «Più decorazione e personalizzazione». L’ultima conferma arriva dal marmo, tornato in grande spolvero nei pavimenti a intarsi contemporanei (Bisazza) e perfino (da Cristina) per la rubinetteria. Più di così...
Da tempo ormai i confini con il resto della casa sono abbattuti e l’approccio di arredo è diventato lo stesso