Corriere della Sera

Lo Stato che non paga i debiti Tolti alle imprese 43 miliardi

Le amministra­zioni e i crediti 2016 vantati dalle imprese

- Di Antonella Baccaro e Federico Fubini Querzé

Il settore pubblico non ha ancora pagato almeno 43 miliardi di debiti commercial­i del 2016: soldi dovuti a chi ha lavorato perché lo Stato potesse avere qualche bene o servizio. Il dato emerge da dati del ministero dell’Economia, ed è una stima al ribasso, poiché non include molte amministra­zioni.

L’innovazion­e tecnologic­a è una realtà così potente che può distrugger­e molte industrie al suo passaggio. L’email ha travolto la posta cartacea, gli smartphone hanno reso inutili gli orologi e le fotocamere, e un’invenzione semplice come un foglio elettronic­o di dati connessi a una piattaform­a sta mettendo a dura prova un materiale d’ufficio da sempre molto usato in migliaia di amministra­zioni pubbliche. Non è la carta a quadretti. È l’opacità.

Questa settimana il ministero dell’Economia ha mosso un piccolo passo che equivale a un salto da gigante per la trasparenz­a in Italia: ha messo in Rete, sul proprio sito, l’elenco di tutti gli enti pubblici che chiedono forniture alle imprese, delle fatture che hanno ricevuto da queste nel 2016, delle somme dovute da ciascuno e di quelle che ciascuno ha fatto sapere di aver pagato. Lo stesso foglio digitale, all’ultima casella, informa sull’aspetto più delicato: dopo quanti giorni dalla fatturazio­ne ed eventualme­nte con quanti giorni di ritardo rispetto ai termini di legge ogni amministra­zione ha pagato i propri debiti verso le imprese.

In pochi clic, emerge un quadro clinico di tutto ciò che oggi è possibile conoscere. Le amministra­zioni presentate sono 13.450 (una accorpa 8 mila scuole), l’anno scorso sono state fatturate dai fornitori somme per 158,9 miliardi di euro — il 9,45% del Prodotto interno lordo — e alla fine di questo mese dichiarava­no di aver saldato 115,4 miliardi. In altri termini solo per il 2016, in base alle informazio­ni date dagli stessi enti debitori, oltre 43 miliardi di euro non sono stati ancora versati a chi ha lavorato perché lo Stato potesse avere qualche bene o servizio. Manca all’appello il 2,58% del Pil del 2016, giusto per dare un’idea del costo dei ritardi di pagamento per l’economia nazionale.

I debiti commercial­i sui quali lo Stato è in ritardo restano più alti di così. È probabile che siano ben sotto i 90 miliardi stimati dalla Banca d’Italia nel 2013, quando i mancati pagamenti alle imprese avevano raggiunto livelli intollerab­ili. Ma la cifra appena resa nota dal ministero dell’Economia va pesata con cura: è plausibile che alcuni enti abbiano già pagato qualcosa ai fornitori senza poi segnalarlo a Siope, la piattaform­a digitale del ministero dell’Economia; ma è certo che la banca dati non comprende i vecchi debiti residui del 2013, 2014 e 2015. Ed è un paradosso che dalla piattaform­a manchino le posizioni verso i creditori di tutte le almeno ottomila imprese controllat­e dalle autorità locali: da quest’anno i loro conti vanno consolidat­i nei bilanci dei comuni o delle regioni che le possiedono, eppure le aziende stesse non sono (ancora) obbligate a fare trasparenz­a come gli enti.

Tutto ciò rende prudente una stima: nelle sue varie forme, lo Stato ha debiti commercial­i arretrati verso le imprese per oltre 50 miliardi di euro.

I fornitori Nel 2016 sono state fatturate dai fornitori somme per 158,9 miliardi, il 9,45% del Pil

Almeno. Fosse così, sarebbero tre punti di Prodotto interno lordo sottratti (solo per ora, si spera) al settore produttivo.

Niente di tutto questo significa che il sistema sia bloccato come prima. Il lancio della piattaform­a digitale Siope, la scelta di fare trasparenz­a su chi la abita e anche solo un’occhiata alle relative posizioni suggerisce il contrario. Dal governo e dalla Ragioneria generale dello Stato arriva una spinta a saldare i debiti e accorciare i tempi. E molte amministra­zioni iniziano ad adeguarsi: non solo pagano nei tempi, ma adempiono all’obbligo di comunicarl­o a Siope. Per esempio l’Istituto di previdenza Inps è stato fatturato per 1,2 miliardi nel 2016 e ha fatto sapere di aver pagato il 98% del dovuto con un ritardo medio di ulteriori 29 giorni oltre i termini di legge di 30 giorni. Il Senato doveva 36 milioni, anch’esso ha saldato il 98%, ha informato la Ragioneria e il suo ritardo medio è di tre giorni. Anche l’Istat è al 98% e ha un ritardo medio di tre giorni.

Poi ci sono gli altri. Sono quelli che risultano a zero: non

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