Il commissario di Expo: siamo scesi da 194 a 30 milioni
Afine 2016 erano 194 i milioni che Expo spa — la società dell’esposizione universale chiusa a fine ottobre 2015 — doveva ancora versare ai fornitori per i lavori svolti. Troppi. «Guardi che quella fotografia scattata alla fine dell’anno scorso non ci rende giustizia. Oggi i soldi da versare restano molti, molti meno», risponde Gianni Confalonieri, dallo scorso maggio commissario unico per la liquidazione di Expo spa. Quanti? «Una trentina di milioni. Non di più».
Diciamo che avete recuperato terreno...
«Alla grande. Solo quest’anno, da gennaio a settembre 2017, abbiamo pagato e liquidato 70 milioni di euro».
Come avete agito per recuperare sui tempi?
«Abbiamo portato a termine 18 transazioni con altrettanti fornitori. Abbiamo scelto questa strada proprio per accorciare i tempi. La via giudiziaria non conviene a nessuno». La burocrazia rallenta i processi? «Le transazioni da noi concluse vengono inviate all’Anac e all’Avvocatura dello Stato che devono dare conferma. La collaborazione è ottima con entrambe».
Quante transazioni restano da concludere?
«Quattro. Contiamo entro dicembre di chiuderle tutte».
Ci spiega come avvengono queste transazioni?
«Prendiamo il caso della cooperativa Cmc che aveva vinto il bando per la cosiddetta “rimozione delle interferenze”, in pratica la preparazione del sito per i lavori veri e propri. La base d’asta erano 97 milioni. Cmc si è aggiudicata il lavoro per 58 milioni e mezzo. Alla fine la richiesta extra dell’azienda è stata di 163 milioni e mezzo. L’importo finale della transazione si è fermato a 138 milioni».
A conti fatti è salito il costo di tutti gli appalti di Expo. Si parla nel complesso di quasi 200 milioni in più rispetto a quelli di aggiudicazione delle commesse.
«Il costo delle opere rimane all’interno del miliardo e 200 milioni iniziali. La liquidazione di Expo spa terminerà nel 2021 ma sono fiducioso: riusciremo a chiudere risparmiando soldi da ridare ai soci».