Pisapia si tiene a distanza da Mdp E punta su Prodi per un nuovo Ulivo
L’operazione potrebbe coinvolgere anche Letta, il quale dice: farò le mie scelte
Dice Giuliano Pisapia: «Voglio costruire un nuovo centrosinistra». Ripete agli amici Enrico Letta (che non ha più in tasca la tessera del Pd): «Serve un nuovo centrosinistra». Spiega a tutti i suoi interlocutori Romano Prodi (anche lui ex tesserato del Partito democratico e lontano dalla politica attiva): «Bisognerebbe dare vita a un nuovo centrosinistra».
Tre affermazioni simili non fanno certo una prova, ma qualcosa si sta muovendo in quell’area politica che non approva la linea di Renzi ma nel contempo non vuole finire nelle braccia del partito di D’Alema (come viene chiamato ormai da molti Mdp).
Pisapia con coerenza non ha mai fatto mistero delle sue intenzioni: «Voglio costruire un nuovo soggetto politico». Quale sia lo spiega un ex Dc buon amico di Bruno Tabacci (consigliere dell’ex sindaco), imbarcatosi anche lui in questa avventura: Angelino Sanza.
Mentre Tabacci, a Montecitorio, ripete all’infinito ai giornalisti che Campo progressista si vuole tenere a distanza di sicurezza da D’Alema, Sanza spiega: «L’idea è quella di recuperare lo spirito dell’Ulivo e la cultura prodiana per fare un nuovo soggetto che si candidi alle politiche». Del resto, Pisapia non nasconde le sue simpatie per il Professore. «Ci siamo già confrontati in un paio di occasioni e lo sento vicino».
È ovvio che Prodi non partel’ex ciperà attivamente a questa operazione (alla quale dovrebbero invece prendere parte ulivisti della prima ora come Dellai), però basterebbe una sua mezza frase per dare carburante al progetto (e questo è un timore che pervade una parte del Pd).
Ma c’è un’altra personalità alla quale molti promotori di questa operazione si rivolgono: Letta. L’ex presidente del Consiglio ha fatto capire che non gli interessa scendere in campo, anche se questa estate alcuni giornali hanno riferito, senza ricevere una smentita, che il Professore lo vedrebbe bene come candidato premier. Però è anche vero che Letta si è lasciato sfuggire una frase che ha acceso qualche speranza nel mondo centrista che gravita intorno a Pisapia: «Seguirò la campagna elettorale e farò le mie scelte».
Questo non significa che sindaco non andrà alla festa di Mdp a Napoli sabato prossimo, come da programma. Fino a ieri la sua presenza era confermata, anche se c’è chi teme fischi e contestazioni. Ma i progetti di Campo progressista e Mdp «sono diversi». Per questa ragione il 14 ottobre, all’Ambra Jovinelli di Roma, Pisapia terrà una grande convention del suo movimento, nella speranza di mettere in moto il processo da lui auspicato.
L’ex sindaco, però, non vuole rompere ancora con Mdp, anche se Tabacci sottolinea che «D’Alema finirà per stancarlo». Per adesso, comunque, i rapporti non vengono interrotti. Li tiene in vita soprattutto Bersani, che ha fatto arrabbiare non poco D’Alema quando ha proposto di indire le primarie tra Renzi e Pisapia. Un modo per tenere aperto un canale con il Pd, canale che, invece, finché c’è Renzi al comando del Partito democratico, D’Alema vuole chiudere.
Pisapia prende tempo anche per due ragioni. Perché pure in Mdp la linea D’Alema ha dei critici («Non vogliamo essere annessi al partito dell’ex ministro degli Esteri», diceva ieri l’onorevole Michele Ragosta). E perché molto dipende dalla legge elettorale. Con il Rosatellum, infatti, nonostante tutto, quella dell’alleanza tra il «nuovo Ulivo» di Giuliano Pisapia e il Pd di Matteo Renzi potrebbe diventare l’unica strada percorribile.