Corriere della Sera

Colarizi, Cassese e la Costituzio­ne: la democrazia è rappresent­anza

- Antonio Carioti

Si parlava di articolo 1 della Costituzio­ne, ma il giurista Sabino Cassese, nel suo dialogo con Simona Colarizi ieri a Milano, non ha risparmiat­o una frecciata al presidente Usa Donald Trump per la sua «concezione deteriore» della sovranità.

Il dibattito, condotto dal direttore del Corriere Luciano Fontana, si è svolto di fronte a un pubblico comprenden­te anche la leader della Cgil Susanna Camusso: era il primo dei dodici incontri curati dall’editrice Laterza per l’iniziativa «Il viaggio della Costituzio­ne», promossa dalla presidenza del Consiglio. Ma ha avuto poco di celebrativ­o, se non altro perché i temi del lavoro e della partecipaz­ione, ha ricordato il sindaco Giuseppe Sala, sono cruciali per la convivenza civile.

Certo, l’Italia di oggi è ben diversa da quella del 1947. Quando Fontana ha sottolinea­to come sia illusorio pensare a una democrazia senza partiti, Simona Colarizi ha osservato che nel dopoguerra le forze politiche garantiron­o la lealtà verso le istituzion­i rappresent­ative di masse condiziona­te da vent’anni di fascismo. «Ma proprio la crescita democratic­a dei cittadini — ha aggiunto la storica — ha poi logorato il ruolo dei partiti, fino a produrre la crisi degli anni Novanta, ponendo un’esigenza di rinnovamen­to che finora non ha ricevuto risposte adeguate».

Il fatto è che sembra svanita la capacità che ebbero i costituent­i di costruire una cornice condivisa di confronto. Il richiamo al principio di eguaglianz­a, ha notato Cassese, fu per esempio il frutto della convergenz­a di partiti rivali su finalità comuni. D’altronde, ha rilevato Simona Colarizi, la necessità di dare un contenuto sociale alla democrazia era sentita all’epoca non solo dalla sinistra marxista, ma anche dai cattolici e da vasti settori liberali.

Oggi invece si vorrebbe saltare ogni mediazione, passare alla democrazia diretta. Ma Cassese ha messo in guardia da queste suggestion­i: «Per una legislazio­ne approvata dal popolo in forma digitale ognuno degli oltre 40 milioni di cittadini italiani maggiorenn­i dovrebbe prendere tutti i giorni otto decisioni su temi complessi». Uno scenario poco plausibile.

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Chi è Sabino Cassese, 81 anni, giurista e giudice emerito della Corte costituzio­nale

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