Corriere della Sera

«Ora siamo uniti Noi periferia? È da lì che arrivano le idee»

Antonio Marras: la svolta è stata alla Scala

- Da. Mo.

C’è stato un momento, nella settimana della moda milanese che si è chiusa lunedì scorso, in cui è accaduto qualcosa di speciale: la serata alla Scala ha portato sullo stesso palco i maggiori stilisti italiani. «Per la prima volta ho visto una squadra — dice Antonio Marras —. Giorgio Armani e Miuccia Prada, uno accanto all’altra: è stato un momento storico».

Una svolta?

«Intanto è avvenuto in una stagione particolar­mente viva e piena di cose. Spero che possa essere replicato: è stato l’inizio di qualcosa. Sempre che non ce la portino via: magari la Francia decide di investire in un progetto simile, che premia l’ecososteni­bilità...».

E finisce che la prossima serata di gala la vediamo a Parigi: è questo che intende?

«Ho lavorato a lungo in Francia e ho imparato che lì, se sei all’interno di un grande gruppo, hai i mezzi economici per fare quello che vuoi. Non è cosa da poco: guadagni una grandissim­a visibilità. In Italia gli investimen­ti fatti sulle sfilate francesi sono impossibil­i quasi per tutti».

Milano conta ancora?

«Non ho mai avuto tanti clienti stranieri come in questa stagione, tanto interesse dalla stampa. Io sono un granello di sabbia, certo, ma so benissimo che tutti osservano con attenzione quello che avviene in Italia. Poi è anche vero che durante la fashion week avremmo tutti bisogno di un po’ più di tempo e di spazio».

Osservano e traggono le conseguenz­e, anche molto critiche...

«Gli americani hanno una grande capacità: sostengono con caparbietà tutto quello che arriva dal loro continente. A New York i calendari delle sfilate sono impossibil­i, farciti di passerelle inutili, ma hanno una politica furba, mettono i nomi più forti all’inizio e alla fine, costringen­do tutti a restare per l’intera durata. Comunque le critiche ci stanno: si scontenta qualcuno, ma c’è sempre qualcun altro che ammira e apprezza ciò che fai. Ho avuto la copertina di un giornale americano, altri stranieri hanno scritto bene: ciascuno ha il proprio sguardo. Anche noi abbiamo delle colpe: quando una signora molto influente nella stampa americana decise di stare a Milano solo tre giorni è successo il delirio: ci siamo scannati per avere la sfilata in una data decente».

Milano periferia?

«No, però non dimentico quello che diceva Andy Warhol: le idee più belle vengono dalla periferia, i confini sono i luoghi in cui c’è più fermento, più vita, dove succedono le cose».

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Sul palco della Scala Da sinistra a destra: Giorgio Armani, Miuccia Prada, Pierpaolo Piccioli direttore creativo di Valentino e Alessandro Michele, stilista di Gucci

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