Il manager Apple domani sul nuovo «Corriere Innovazione» gratis in edicola
statisticamente più difficile che battere il campione del mondo sui campi da tennis». O, ancora: Alec Ross. Cosa fa ora l’ex consigliere di Obama e di Hillary Clinton a parte i frequenti viaggi in Italia?
Si potrebbe pensare che ci sono troppi argomenti. Che i confini sono troppo ampi. Ma questo è uno dei messaggi chiave che il Corriere Innovazione cercherà di veicolare: l’innovazione non è più un processo verticale.
Non si tratta di scendere nelle miniere dell’informatica usando linguaggi oscuri e nuove grammatiche. L’innovazione è, molto più banalmente, quell’ingrediente che fa già parte della nostra vita: quando comunichiamo, quando accediamo a una cartella sanitaria elettronica, quando cerchiamo il 730 precompilato con le spese sanitarie (a proposito, che fine ha fatto?). Quando andiamo dal medico e scopriamo che le biotecnologie sono ormai una realtà anche nei farmaci. Quando leggiamo che per laurearsi anche alla Bocconi serve almeno conoscere i rudimenti e la logica di Python, un linguaggio sviluppato da un fan dei comici inglesi Monty Python.
Oppure semplicemente quando parliamo con i nostri figli di quali sono i loro sogni e quali potrebbero essere i lavori tra 10 o 15 anni. Il modo migliore per affrontare un cambiamento innegabile intorno ai noi?
È forse sintetizzato da Victor Hugo: «Fate come gli alberi: cambiate le foglie e conservate le radici. Quindi cambiate le vostre idee ma conservate i vostri principi».
@massimosideri