Il Milan agitato cerca pace in Coppa «La società è vicina»
Montella: «Cambiare preparatore inevitabile»
C’è grande agitazione sul pianeta Milan, così la gara di questa sera contro il Rijeka in Europa League dovrebbe servire per fornire un momentaneo approdo sereno, leccarsi le ferite e poi ributtarsi nei marosi del campionato, possibilmente con un po’ di convinzione in più e qualche malumore in meno. Soprattutto dovrebbe aiutare a migliorare in quello che, secondo Vincenzo Montella, è poi il male che ha colpito e affondato il Milan domenica a Genova: «Quella contro la Samp era la quinta gara ogni tre giorni. Mi sono chiesto quanti giocatori sono abituati a questo, dal punto di vista mentale e fisico. Non ne abbiamo tanti, devo lavorare sul ripristino delle energie». Anche perché la gara termometro sarà quella con la Roma: «È impegnativa, ma anche per i nostri avversari. E io non mi sento sotto osservazione», chiarisce Montella.
Soldi spesi tanti, aspettative altissime, tempo poco. Gli ingredienti per farsi prendere dall’ansia ci sono tutti e la decisione di rompere con lo storico preparatore atletico Emanuele Marra conferma che le acque sono particolarmente turbolente. Sembra che «le divergenze» (come dice Montella) si trascinassero da un po’ e che il problema, prima o poi si sarebbe posto comunque. Sembra soprattutto che i giocatori, e in particolare quelli arrivati quest’anno, abbiano cominciato a lamentarsi (per esempio si sentivano stremati alla fine delle partite, qualcuno chiedeva allenamenti più intensi), e qualche infortunio muscolare è arrivato. D’ora in poi qualcosa cambierà. «Non era Marra il problema, ma nel percorso professionale
possono nascere delle divergenze — la spiegazione di Montella —. Su alcuni punti non mi sono sentito più di supportarlo. Il mio staff è la mia famiglia, lui per me era un fratello, ma ho dovuto fare una scelta molto dolorosa, per salvare gli altri». Ora il sostituto: «Vediamo se il mio preferito è libero», ma Daniele Tognaccini, responsabile di MilanLab, tornato in auge con questa proprietà, non sembra voler lasciare il ruolo attuale; l’altro nome «interno» è quello di Cristian Sa-
voia.
Una mossa necessaria, ma non avventata, insiste Montella, e soprattutto autonoma. «Ringrazio Fassone (ieri a Milanello, ndr) e Mirabelli perché sostengono totalmente le mie scelte. Sono stati giorni di tempesta, ma nei momenti difficili do il meglio. Sono determinato, equilibrato e in fondo anche coraggioso. Io non mi sento in difficoltà. Ci sono stati due incidenti di percorso. Sono sicuro svolterò. Ci vuole tempo, qua sono dieci anni che non si vince».
Il punto è che la Champions, anche per aiutare il progetto finanziario della proprietà, va raggiunta quest’anno. «È assolutamente un imperativo», ripete capitan Bonucci in conferenza di fianco all’allenatore perché il momento è delicato e perché Leo giocherà anche stasera, senza che il turnover lo riguardi (confermato anche l’inossidabile Kessie; turno di riposo per Biglia, sostituito da Locatelli, e per Rodriguez, con l’esperimento Borini; tocca a Calhanoglu e all’attacco giovane Cutrone-André Silva). Ma il capitano sa bene di avere deluso fin qui: «Non sono soddisfatto del mio rendimento, perché ho commesso diversi errori di precisione, di chiusura. Non mi sento il capro espiatorio, mi sento in discussione, ed è giusto così».
Montella La rottura con Marra? Un fratello, ma c’erano divergenze Bonucci Non sono soddisfatto del mio rendimento fin qui