La striscia raffinata di Makkox, «Blob» della contemporaneità
Su La7, prima del telegiornale di Enrico Mentana, va in onda una striscia quotidiana curata da Makkox (Marco Dambrosio). Si chiama «Skroll», dura una ventina di minuti e ci ripropone una sorta di zibaldone del meglio e del peggio dei social network. A prima vista, l’operazione è molto simile a «Blob».
Che continua a essere, a una trentina d’anni dalla sua nascita, un montaggio di citazioni prese a prestito da altri programmi, un espediente critico per analizzare la tv, un divertente collage di frammenti che catturano ed esibiscono impietosamente papere, disturbi, errori, vuoti, lapsus. «Blob» ha fatto scuola, è diventato, come si dice, una sorta di filosofia della tv: riflettere sulla tv usando esclusivamente la tv. Una simile operazione è possibile farla con Internet? Forse sì, ma questa non è la sola strada scelta da Makkox, che preferisce intervenire anche con il suo segno grafico, tanto originale quanto ironico.
L’altra sera ha affrontato alcuni temi d’attualità: il re Salman dell’Arabia Saudita ha finalmente concesso alle donne il permesso di guidare (anche se non da subito), scene di bevute in bassa Baviera durante l’Oktoberfest, i lamenti sul sonno del cantante Tommaso Paradiso (quello della band Thegiornalisti), le lamentele della signora Facchinetti a proposito della non voglia di limonare di suo marito Francesco Facchinetti, il figlio dei Pooh, la liberalizzazione della cannabis, il monologo «Apostasia» di Giorgio Montanini, più altre stranezze e molto stupidario del web.
Makkox interviene ora con un commento scritto, ora con una canzone («No, woman, no cry» diventa, a proposito delle donne arabe, «No woman, no drive»), ora con un disegno. Indubbiamente, questa costola di «Gazebo» è un’operazione molto raffinata, un tentativo di decontestualizzare Internet attraverso la tv generalista e di fare un «Blob» della contemporaneità. Forse però il tg di Mentana avrebbe bisogno di un traino più robusto.