Polizia di Parigi, addio al «36» casa del commissario Maigret
Dal quai des Orfèvres, mito degli investigatori, al palazzo di Piano
inverosimile. Conduce inchieste in provincia, viola la procedura, pedina come un ispettore debuttante. Venga a trovarci e faccia uno stage da noi».
Così nacque il vero commissario Maigret. Il primo ispiratore è il patron della brigata criminale, Marcel Guillaume ribattezzato dalla stampa «L’asso della PJ (la polizia giudiziaria)». Scrive di lui Simenon: «Un Maigret in carne e ossa, talmente testardo che fuma la sigaretta a costo di rovinarmi il personaggio».
Guillaume è magro e Maigret più rotondo, e poi seduttore mentre il personaggio di Simenon pensa solo a tornare a casa dalla moglie al numero 132 di boulevard Richard Lenoir. Perché oltre al commissario Guillaume l’altro modello di Maigret è il suo segretario e successore Georges Massu: lui sì che fumava la pipa.
Al 36 quai des Orfèvres era un habitué Serge Gainsbourg, altro mito francese. «Mi veniva spesso a trovare — ha raccontato a Le Monde l’ex commissario Patrick Riou —. Si sedeva in poltrona davanti alla scrivania e si fermava a fumare e a chiacchierare, era un vero piacere. Ho scoperto dopo la sua morte che ogni anno dava soldi agli orfani della polizia». Jean-Paul Belmondo e Alain Delon qualche mese fa sono andati a dare l’addio ai vecchi locali. Per volere del comune di Parigi la nuova sede conserva lo stesso numero civico: in rue du Bastion, ma almeno al numero 36.