I nuovi tradimenti
Eterni amanti, nuove coppie che si formano dopo la rottura dei matrimoni o relazioni sessuali trasformate in amicizia: come è cambiato il triangolo ? Alcune risposte
Il sexting Tra le forme di tradimento virtuale è arrivata la pratica virtuale del sexting
La fantasia Emanuele Jannini (Accademia della salute della coppia): un tradimento che si dipana attraverso il mondo fantastico può fare bene
C’è Marta, che a 53 anni si è rassegnata a restare l’amante: il suo uomo, sposato, «con me stacca la spina per poi concedersi il lusso di avere la famiglia del Mulino Bianco». C’è Sara, 46enne, che ha avuto fortuna: lui ha lasciato moglie e figli. Però non ha voluto costruire una nuova famiglia e lei, per non soffrire, ha trasformato la passione in amicizia. Poi c’è Maddalena, 47 anni, che potendo tornerebbe indietro: lei e il compagno hanno lasciato i rispettivi coniugi per stare insieme ma ora si chiede se non sarebbe stato meglio restare amanti.
A un anno dal lancio della rubrica #sessoeamore (che raccoglie e pubblica, in forma anonima, storie personali di sesso e amore dei lettori) sul blog multiautore al femminile La 27esima ora, le tre storie più lette riguardano il tradimento. Non «tradizionale», però: quello, per intenderci, che vuole un partner con la doppia vita, l’amante in perenne attesa e l’«ufficiale» ignaro/ a e contento/a.
Che ci fosse un cambiamento nel modo di viverlo (e intenderlo) non è una novità. Da tempo: mentre a inizio anni 90 il triangolo tra Dylan, Brenda e Kelly era il motore della sit-com «Beverly Hills 90210», già una manciata di anni più tardi ascoltavamo Ross e Rachel di «Friends» discutere della possibilità di un’avventura di una notte fra ex. Dandole pure un nome: «Bonus night». Mica tradimento.
Come non è tradimento, almeno in senso «tradizionale», ricevere sms dal collega del piano di sopra. «Però se il primo pensiero al mattino è quel messaggino anziché quello del partner, le cose cambiano. Il tradimento oggi non si identifica più nel rapporto sessuale: con le nuove tecnologie si è allargato anche al virtuale», spiega Roberta Rossi, presidentessa della Federazione italiana di sessuologia scientifica. Diversi anche i motivi che ci spingono a guardarci intorno: tradire è più facile quindi «a volte lo si fa per curiosità o perché se ne ha l’occasione, non perché è finito l’amore. Se scoperti, non ci si lascia: si cerca di capire cosa non ha funzionato ».
Lo rivelano anche i risultati del sondaggio realizzato per l’inchiesta del Corriere della Sera «Uomini, i segni del cambiamento»: il 9% degli intervistati sostiene che «qualche tradimento ogni tanto si può perdonare», mentre la reazione del 66% di fronte alla scoperta delle scappatelle del partner è «dobbiamo discutere» (mentre il 10% pensa che questo gli dia la possibilità di farlo a sua volta e l’8% alza le spalle, «desiderare altri è normale»). Sono sempre meno, invece, quelli che fanno finta di niente: «Reagiscono così solo le persone, spesso donne, in una situazione di dipendenza economica», analizza la dottoressa. Mentre lasciare il partner resta una scelta difficile «soprattutto se di mezzo c’è una famiglia con dei figli. Difficile che si abbia la forza di rifarsi una nuova vita: vale per i traditori ma anche per i traditi».
A proposito di fedifraghi: c’è anche chi decide di non scegliere, portando avanti sia la relazione ufficiale che quella clandestina. Succede soprattutto quando il tradimento riguarda la sfera emotiva più che quella fisica: «Se ci si limita a messaggini e e-mail, il fatto di non concretizzare nulla rappresenta un alibi che spinge a mantenere in piedi queste situazioni neutre, che diventano «storie parallele» rispetto a quella ufficiale», conclude la sessuologa. La casistica si esaurisce qui. Dopo un tradimento le strade possibili sono e restano tre: lasciare l’amante, lasciare il partner, continuare la doppia vita. Tre soluzioni che però, stando ai commenti dei lettori ai racconti di #sessoeamore, non convincono. Emmanuele Jannini, presidente dell’Accademia italiana della Salute della Coppia, non si stupisce: «Tradire ha un prezzo: si cerca sempre un modo di alleggerirlo». Anche nascondendosi dietro a un pizzico di ipocrisia. Una volta ci si chiedeva se fosse tradimento anche il bacio (mentre andare a letto lo era di sicuro), oggi ci si interroga sul sexting: scambiarsi messaggi bollenti o anche solo ammiccanti equivale a tradire? La risposta, per Jannini, è semplice: è tradimento «tutto ciò che riporta alla non accettazione dell’esclusività nella coppia».
A meno che la scappatella non sia condivisa. «Eyes wide shut» ha fatto scuola: «Da una decina d’anni lo scambismo è diventato una tendenza consolidata in Italia, soprattutto fra le coppie di lunga data. Alcune si limitano a provare, altre finiscono per avere una “coppia alternativa” con cui escono a cena e vanno in vacanza. Una specie di «friends with benefits» ma condivisi. Può funzionare: si tratta di una sorta di tradimento autorizzato che spesso nasce in modo spontaneo all’interno di coppie che sono riuscite a mantenere il dialogo, anche nell’ambito sessuale. Prima come curiosità, poi come condivisione», racconta Rossi. Ma si può anche ricorrere alla fantasia: «Un tradimento che si dipana attraverso il mondo fantastico, come i film porno o i romanzi sentimentali ed erotici, è un modo di evadere che fa bene alla coppia», conclude Jannini. A patto che la fantasia non si trasformi in desiderio: «Se al posto dell’eroe romantico del libro immaginiamo il vicino di casa, apriamo la porta al tradimento vero e proprio. Dobbiamo sempre rimanere in bilico tra fantasia e realtà». Un’arte difficile, insomma. Tradire, forse, è più semplice.