Libri, aspirapolveri e altri beni indispensabili
Le regole di questa rubrica sono poche: potete scriverci (alla casella lostintrasloco@corriere.it) per raccontarci qualsiasi esperienza, buffa o tragica e non importa quanto minuta, relativa ai vostri traslochi. Unica richiesta: lasciarci un recapito a cui possiamo contattarvi per farcela raccontare meglio. La signora Cristina Di Fino, da Dublino, ci ha scritto mesi fa un divertente resoconto del suo peregrinare, «almeno due volte l’anno, in case diverse. La vita a Dublino è un romanzo di coinquilini, padroni di casa, amici ospitati sui divani per emergenze, operai fai da te che riparano la caldaia ma bucano il soffitto. Ricordo di aver fatto un trasloco interamente in bicicletta, avevo persino trasportato le piante nel cestino della bici». Lezione imparata: «Conoscere un amico con la macchina è fondamentale». Le lezioni imparate, per la verità, sono varie: bisogna, tra l’altro, possedere un’aspirapolvere di proprietà, perché «a Dublino si eredita quella dei precedenti affittuari e ne ho trovate alcune col filtro lurido tipo Morte Nera di Star Wars». Eppure è un altro l’oggetto che la lettrice non abbandona mai: si tratta di «un libro che mi porto come un cane fedele da 15 traslochi. L’ho comprato in Interrail e per molti anni non l’ho letto, ma non me ne sarei mai disfatta». Gentile Cristina, abbiamo provato a chiamarla ma senza successo. Non ci ha scritto il titolo! E ci è rimasta la curiosità: così imprescindibile, che libro è?