Il nuovo canale online «Animalia» racconta le storie da un altro mondo
«Because it’s there». Quando il cronista del New York Times — correva l’anno 1923 — chiese a George Leigh Mallory perché volesse a tutti i costi conquistare l’Everest, l’alpinista inglese non ebbe dubbi sulla risposta da dare: perché è lì. La citazione è di quelle passate alla storia e qualche anno fa è tornata utile per rispondere ad un gruppo di studenti dell’Università di Parma che a margine di un seminario mi chiesero perché mai il Corriere della Sera avesse deciso di dare tanto spazio alle notizie sugli animali: «Perché ci sono. E fanno parte delle nostre vite».
Era il 2006 quando sul Corriere.it debuttava una pagina interamente dedicata agli animali, in concomitanza con l’uscita dell’«Atlante degli Animali», un‘enciclopedia tematica a volumi distribuita con il quotidiano. Allora si trattava di una scommessa, il tentativo di dare voce ad un mondo che non sempre riusciva a trovare adeguati spazi nelle cronache quotidiane,fatta eccezione per gli ottimi interventi del compianto prof. Danilo Mainardi.
Molte cose sono cambiate da allora nella società italiana. Cani e gatti hanno sempre fatto parte delle nostre vite ma l’interesse nei loro confronti è via via cresciuto e siamo arrivati a considerarli membri a tutti gli effetti delle nostre famiglie. Amici «non umani». È cambiato il sentiment nei loro confronti, il modo di includerli nelle nostre esistenze.Abbiamo iniziato a non vederli come oggetti animati, ma come esseri senzienti, come soggetti. Abbiamo iniziato a preoccuparci di come funzionano le cose negli allevamenti, è aumentato il numero di vegetariani e vegani, le nuove generazioni snobbano le pellicce, i ragazzi guardano con orrore alla corrida e ad altre manifestazioni sedicenti folkloristiche. Abbiamo dal 2004 una legge contro i maltrattamenti degli animali, inserita nel codice penale nel titolo IX bis dei delitti contro il sentimento degli animali: non li tuteliamo per fare un favore a loro, ma a noi e al nostro sentire. E non stupisce che nel 2017 nasca pure un partito politico, il Movimento Animalista.
A distanza di tanti anni il Corriere continua a raccontare gli animali che popolano il nostro mondo. E da oggi, giorno di San Francesco e Giornata mondiale degli Animali, lo fa con un’attenzione in più. Il Corriere Animali diventa «Animalia», come Linneo definiva il regno che comprende circa un milione e 800 mila specie e si estende dai microscopici placozoi all’uomo. All’uomo, appunto. «Animalia» racconterà gli animali in relazione a noi, alle nostre vite. Lo faremo con il linguaggio della cronaca, con immagini, video. Con i consigli degli esperti, con rubriche ad hoc.
«Non siamo gli unici abitanti del Pianeta — scriveva Mainardi nell’introduzione all’Atlante — perché ignorare la storia naturale degli altri coinquilini?». E ancora: «Capire ingenera rispetto e non è cosa da poco. Conoscere le interazioni che legano tra loro i viventi, leggerli cioè in chiave ecologica, può perfino migliorare la qualità della nostra vita». Ecco perché 11 anni più tardi diamo il via a questa nuova avventura, «Animalia». Perché lì in mezzo c’è anche un po’ di noi.