Santamaría: governo avanti con ogni mezzo
Dura e combattiva come sempre, nonostante il sorriso angelico. La vicepresidente del governo spagnolo, Soraya Sáenz de Santamaría, ha ribadito la linea della fermezza chiudendo ieri la «Cumbre de la Confianza» (il vertice della fiducia) che ha riunito il Gotha dell’establishment madrileno. Il governo, ha assicurato la ministra che ha in mano l’agenda delle autonomie, farà «uso di tutti gli strumenti che concedono la Costituzione e la legge» per garantire lo Stato di diritto. Perché, e qui l’applauso l’ha sommersa, «la Spagna ha saputo conquistarsi la democrazia e saprà difenderla». La parola Catalogna non viene mai citata. Ci provano i giornalisti stranieri sul palco, ma il Convitato di pietra resta lì, anonimo e ingombrante. In platea è tutto un sussurrare di commenti astiosi sullo sciopero generale in corso a 650 chilometri da lì. E qualcuno ammette: «Questo è peggio del golpe di Tejero». Il titolo, «Dialoghi sulla certezza giuridica e la crescita», lasciava ben sperare, il dialogo è invece interrotto. Ai microfoni, assente «giustificato» il premier Rajoy, si alternano gli amministratori delegati e i presidenti delle grandi società spagnole, da BBVA a Repsol e Telefonica, il ministro della Giustizia, Rafael Catalá Polo, e quello degli Esteri, Alfonso Dastis. Poi Soraya, che finalmente attacca «quelli che cercano di rovesciare la democrazia».