L’irritazione nel governo Il pressing di Pinotti
Sembrava un servizio tv come tanti. Ben fatto ma destinato a non lasciare troppe tracce. E invece a metà pomeriggio, arriva la notizia inaspettata: Domenico Rossi «ha rimesso le deleghe» da sottosegretario alla Difesa. Per «difendersi meglio» dalle accuse, spiega, definite «infondate». Eppure le cose non vanno così. Perché l’irritazione del governo è alta e in un esecutivo dal bassissimo tasso di scandali, anche se a fine corsa, il comportamento di Rossi non è tollerabile. E così partono le telefonate con il sottosegretario, che è a Sydney. Dopo un rapido punto con la ministra della Difesa Roberta Pinotti, Rossi viene cortesemente ma fermamente invitato a farsi da parte. Di questo generale già sindacalista, scelto da Mario Monti, non sono piaciute neanche le scene tv in auto blu. Perché Rossi viene pizzicato dalle Iene mentre usa, impropriamente, un autista per andare a spasso per Roma e perfino al derby. Fine della carriera governativa, dopo che nel 2016 era sfumato il tentativo velleitario di correre per le primarie pd a sindaco di Roma (solo 1.320 voti).
E Mario Caruso? Un deputato e una girandola di partiti, piccoli, minuscoli, microscopici. E, soprattutto, nessun padre putativo. Sembra quasi che non lo conosca nessuno, ora, Caruso. Eppure nel 2013 porta a casa 12.500 preferenze nel collegio Europa per Scelta civica. Un passaggio nei Popolari per l’Italia (Mario Mauro) ed eccolo nel gruppo Democrazia Solidale Centro democratico. Come indipendente, ma non tanto peone, visto che è il tesoriere, ruolo piuttosto delicato per uno senza padri e padrini politici. Dentro Scelta civica ci sono Democrazia solidale (Lorenzo Dellai) e Centro democratico (Bruno Tabacci). Dellai ora si dice «sconvolto»: «Caruso? L’ho conosciuto nel 2013 e non ha mai aderito al nostro movimento. Sono fatti sconcertanti, ma riguardano esclusivamente il deputato e il collaboratore, non il gruppo. La signorina del servizio non l’ho mai vista». Tabacci ne sa ancor meno: «Caruso? E che ne so io? L’ho trovato già lì, quando siamo arrivati. Perché chiamate me?». Per sapere, per esempio, se prenderete qualche provvedimento. «Io sono solo il vicino di banco, che dovrei fare, togliergli il saluto? Penso che la presidente della Camera valuterà il da farsi. Sono comportamenti riprovevoli, ma non sono isolati».