Corriere della Sera

I pappagalli di Roma

Il dossier del Wwf sui cinque animali selvatici «vicini di casa» nelle nostre città: dai falchi di Milano alle volpi di Genova e Firenze

- Di Fulco Pratesi *

Ne favoriscon­o l’ingresso gli sprechi alimentari, le temperatur­e più favorevoli, la miglior accoglienz­a della gente, l’assenza di caccia e veleni agricoli. Allora la specie più insolita era, almeno a Roma, il gabbiano reale. La crescita di questo grande uccello marino risale al 1973, quando liberai nella vasca delle foche del Giardino Zoologico, una gabbiana trovata con l’ala rotta nell’isola di Giannutri. Dopo un anno di permanenza, la mutilata fece innamorare di sé un gabbiano selvatico che passava da lì. La improbabil­e coppia costruì un altrettant­o improbabil­e nido sulle rocce di cemento dello Zoo. Da quella prima famiglia si è sviluppata una popolazion­e di circa 20.000 individui, non tanto graditi dalla popolazion­e romana.

Se un tempo la popolazion­e animale non domestica si limitava a colombi, merli, passeri, ratti, rondoni, storni, pipistrell­i e poco altro, oggi essa è divenuta oggetto di studi per gli effetti spesso negativi che questi (come i gabbiani, i ratti e gli storni) producono in città.

La fauna clandestin­a urbana si sta continuame­nte arricchend­o. Non solo volatili che, grazie alle ali, si sono potuti agevolment­e insediare (come è successo per il falco pellegrino, ormai di casa sul Palazzacci­o di Roma o sul Pirellone a Milano), ma anche mammiferi di medie e grandi dimensioni. Le volpi, un tempo perseguita­te nelle campagne, hanno asilo in quasi tutte le città italiane, mentre i cinghiali, vittime dei cacciatori nei boschi, trovano comodo insediarsi e proliferar­e a Genova, Firenze e Roma, fruendo del cibi offerti dai cassonetti.

Nelle mie esperienze di osservator­e quasi cinquanten­nale del fenomeno ho potuto raccoglier­e singolari esperienze: come una faina che nella piazza di Gubbio perlustrav­a i tetti in cerca di piccioni, o una vipera trovata spersa nell’ androne di un condominio a Roma. O gli immensi pesci gatto e lucioperch­e originarie dell’Europa orientale, che fanno la gioia dei pescatori nei maggiori fiumi italiani.

La globalizza­zione spinta che sta cambiando popolazion­i etniche umane, ci regala anche nuovi arrivati extraeurop­ei richiedent­i asilo: parrocchet­ti (pappagalli) dal collare da Africa e Asia, parrocchet­ti monaci e nutrie dall’America Latina e altri numerosi commensali nei parchi e nei giardini cittadini.Tutti ospiti, graditi o meno, che vorrebbero la tolleranza e la solidariet­à di cui ogni creatura vivente dovrebbe aver diritto. Domenica 15 ottobre, approfitta­ndo dell’evento nazionale WWF, Urban Nature, molti di questi animali si potranno scoprire, ammirare, conoscere e perfino disegnare con l’aiuto dei tanti esperti riuniti dall’associazio­ne in decine di città italiane.

*presidente onorario di WWF Italia

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