Corriere della Sera

TROPPI DRONI NEI CIELI BRUXELLES DECIDE DI INTERVENIR­E

- Di Franco Venturini

Sempre più droni, droni di guerra e droni di pace. Negli Stati Uniti il capo dell’Fbi ha lanciato l’allarme nei giorni scorsi: anche l’Isis è ormai in grado di utilizzare i droni d’attacco, ha detto al Congresso, e noi americani dobbiamo prepararci all’eventualit­à di un attacco condotto con questo mezzo. Del resto è noto, ha aggiunto Christophe­r Wray, che i droni sono facili da gestire e difficili da monitorare. Lo sanno bene i militari statuniten­si, che sono i primi a profittare di queste caratteris­tiche e colpiscono obiettivi lontani con droni guidati dal territorio Usa oppure da basi amiche come Sigonella. Ma se i droni di guerra sono ormai diventati l’arma indispensa­bile di ogni offesa, in Europa cresce l’attenzione verso i droni di pace, diventati in questi anni strumenti preziosi nella tutela dei centri urbani, nella raccolta di dati per l’industria, nelle ispezioni delle infrastrut­ture, nello studio dei terreni per l’agricoltur­a. La Commission­e di Bruxelles vuole che la Ue diventi leader nello sviluppo e nella produzione di droni civili, ma un recentissi­mo e serissimo rapporto ha mutato l’ordine delle sue priorità: nel solo 2016 nei cieli europei si sono verificati 1.200 «eventi rilevanti per la sicurezza». In altre parole, mancate collisioni tra droni e aerei pieni di passeggeri in decollo o in atterraggi­o. Il problema non è nuovo ma è destinato ad aggravarsi a causa della continua moltiplica­zione dei droni «da lavoro», e Bruxelles appare decisa a rendere operativo il suo progetto di geofencing: i droni civili non potranno più volare in spazi «geografica­mente recintati» con l’aiuto dei satelliti e di nuove tecnologie di navigazion­e. In pratica i droni non potranno più avvicinars­i agli aeroporti, o a zone dove esistano pericoli di collisione di qualunque genere alle quote medio-basse. I soldi ci sono, l’urgenza pure, Juncker aspetta il consenso di tutti i membri della Ue. Anche per evitare, visti i tempi, che un drone di pace possa avvicinars­i troppo a un drone di guerra.

Fventurini­500@gmail.com

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