Corriere della Sera

LE PANTERE GRIGIE DI

BARCELLONA

- Alex Prato

Caro Aldo, ho letto che secondo Sergio Marchionne le auto elettriche inquinano come quelle tradiziona­li. Com’è possibile?

Franco Sergi, Milano Caro Franco, forse Marchionne non ha mai respirato l’aria del centro di Milano e di Roma; altrimenti avvierebbe un serio programma di sviluppo delle auto elettriche. Le uniche, a mio modo di vedere, che potrebbero circolare nelle viuzze dei nostri centri storici.

NOI GHISA

Mi ha stupito la lettera di «Massimo», dopo aver lavorato 8 ore in piedi nel sabato notte milanese a tutela della sicurezza della città. Non posso parlare per conto della Istituzion­e a cui appartengo, ma esprimo l’opinione diffusa di chi, con enorme sacrificio, esercita il proprio dovere tutti i giorni: mansioni di cui il lettore non ha la minima idea. Negli anni i bisogni delle città si sono moltiplica­ti portando la Polizia della città (non solo a Milano) a esercitare competenze maggiori e più sfidanti, richieste dai cittadini e da altre istituzion­i, non solo dalla «politica». In nessuna città europea, se non nelle emergenze, troverete agenti di polizia stradale agli incroci a dirigere il traffico, ammalandos­i di cancro per lo smog. I numeri, a livello europeo, sono impression­anti: 800 arresti l’anno, migliaia di incidenti rilevati, da quelli semplici agli omicidi stradali, tonnellate di merce sequestrat­a, migliaia di notizie di reato, controlli di polizia amministra­tiva, commercial­e ed edilizia, bimbi e donne salvati da orchi con rapidissim­e indagini. Lavoriamo ben oltre l’orario di lavoro e ci occupiamo di cose di cui nessuno mai si occuperebb­e: dai cani abbandonat­i agli odori nauseanti in appartamen­ti, ai documenti falsi, ai divieti di sosta senza i quali le auto probabilme­nte entrerebbe­ro anche negli uffici o nelle scuole. Da ultimo, il termine «ghisa» indica il cappellone nero che le guardie urbane indossavan­o quando il traffico non c’era e si occupavano di sicurezza e ordine pubblico.

Alessio Fionda, Milano Le lettere firmate con nome, cognome e città e le foto vanno inviate a «Lo dico al Corriere» Corriere della Sera via Solferino, 28 20121 Milano Fax: 02-62827579

lettere@corriere.it lettereald­ocazzullo @corriere.it

Aldo Cazzullo - «Lo dico al Corriere» «Lo dico al Corriere»

Caro Aldo,

di solito sono i giovani che fronteggia­no in piazza la polizia. In Spagna si sono visti tanti adulti e persino anziani alzare le mani contro gli agenti. Ciò avviene assai di rado ed è sintomatic­o del fatto che la situazione in quel Paese è seria e potrebbe diventare esplosiva. I forconi ottocentes­chi erano branditi da persone avanti con gli anni e con quelle non si scherza.

Caro Alex,

LPiacenza

a sua riflession­e è molto interessan­te. Le drammatich­e immagini giunte da Barcellona mostrano giovani agenti senza volto fronteggia­re visi insanguina­ti di persone anziane. C’erano anche migliaia di ragazzi a difendere i seggi; ma la rivolta attraversa le generazion­i, e porta in piazza anche uomini e donne che hanno vissuto la dittatura franchista e la repression­e dell’identità locale. Parlare catalano era vietato; ora è obbligator­io per chiunque voglia esercitare un’attività pubblica, e i medici vengono scelti anche perché dicono «adeu» anziché «adiòs». Jordi Pujol finì in carcere per aver intonato in un teatro El Cant de la Senyera, l’inno della bandiera: padre dell’autonomia catalana, ha perso credibilit­à per una brutta storia di capitali esportati all’estero dalla sua famiglia. I paragoni con il passato sono sempre impropri; quindi sarebbe meglio evitarli. Ma rimuovere il passato non è possibile. In Spagna non è stato stretto un patto dell’oblio, bensì un patto del silenzio. All’evidenza, quel patto è infranto. Non è detto sia un male; ma la domenica nera mostra che può essere un pericolo.

Colpisce la differenza con il referendum scozzese, e anche con quello — nonostante l’esito a mio avviso infausto — sulla Brexit. Il Regno Unito è una monarchia liberale, che elegge il suo Parlamento con lo stesso sistema da secoli, e non teme il voto popolare. Nel contempo la Spagna ha visto nascere e morire la monarchia autoritari­a, la monarchia liberale, la Repubblica, la dittatura, sino all’avvento della monarchia costituzio­nale; e oggi pure quella si sente poco bene.

Auto elettriche? Le uniche a poter circolare nei centri storici «Facciamo un lavoro misconosci­uto»

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