I pm su Vicenza: rinvio a giudizio per Zonin e altri 6
Rischia il processo l’ex banchiere Gianni Zonin per la mala gestione della Popolare di Vicenza. Ieri per ostacolo all’autorità di vigilanza, aggiotaggio e falso in prospetto la Procura di Vicenza guidata dal procuratore Antonio Cappelleri ha chiesto il rinvio a giudizio dell’ex presidente dell’istituto e di altri sei manager, a cominciare dall’ex direttore generale Samuele Sorato, insieme con l’ex consigliere Giuseppe Zigliotto, l’ex vice dg responsabile della divisione mercati Emanuele Giustini, l’ex vice dg dell’area finanza Andrea Piazzetta, l’ex vice dg della divisione crediti Paolo
Marin, e il dirigente proposto alla redazione dei bilanci Massimiliano Pellegrini. Per ostacolo alla vigilanza e aggiotaggio è chiamata in causa anche la banca in liquidazione coatta in base alla legge sulla responsabilità amministrativa degli enti.
Nel mirino ci sono da un lato il valore delle azioni — gonfiato per le presunte false consistenze patrimoniali della banca — e dall’altro la pratica dei cosiddetti «finanziamenti baciati», cioè i prestiti concessi ad alcuni soci per la sottoscrizione degli aumenti di capitale, spesso accompagnati dalla promessa di riacquisto delle stesse azioni. Pratica di per sé non vietata dal codice civile ma che va comunicata per sottrarre quelle azioni dal patrimonio di vigilanza. PopVi invece avrebbe nascosto alla Banca d’Italia la prassi, in particolare durante gli aumenti di capitale del 2013 e 2014 quando sono stati finanziati fino a 963 milioni di euro, e i dati nei bilanci, da cui l’accusa anche di falso in prospetto. I legali di Zonin, Nerio Diodà e Enrico Ambrosetti, ieri hanno confermato la disponibilità di Zonin a fornire la sua «ricostruzione accurata» dei fatti.