Solare in Etiopia, scommessa green dell’Enel in Africa
Gli impianti di Metehara, Humera e Mekele La minirete dell’ospedale di Wolisso
DAL NOSTRO INVIATO
Ultima frontiera, l’Africa. E nel continente africano l’Etiopia. Paese di povertà estrema che però cresce dell’8 per cento l’anno e che ha bisogno immediato di energia elettrica: ci vivono cento milioni di abitanti, solo in Nigeria ce ne sono di più. Comprensibile quindi che i produttori privati e pubblici di rinnovabili come Enel Green Power si attrezzino per l’entrata nel Paese e ne valutino i modi più efficaci, una «roadmap» di cui stanno discutendo in questi giorni con il governo di Addis Abeba in occasione del lancio, nell’area, del programma Res4Africa.
Se nell’Africa subsahariana si contano più 800 milioni di persone senza elettricità, un buon punto di partenza per l’Etiopia è costituito dalle gare indette lo scorso anno dal ministero dell’energia per assegnare a produttori indipendenti 13 Gigawatt di potenza. Non solo l’elettricità che arriverà dal mega progetto idroelettrico «Grand Renaissance», la diga lungo il Nilo Azzurro (ci lavora l’italiana Salini Impregilo) che sta creando notevoli tensioni con l’Egitto. Ma anche gli investimenti attesi in solare, eolico, geotermia. Enel Green Power, da parte sua, è in scaramantica attesa di conoscere l’esito della gara per la quale ha presentato un’offerta vincolante lo scorso febbraio: un impianto solare da 100 megawatt a Metehara, nell’est del Paese. Ci sono buone speranze. L’azienda del Ceo Antonello Cammisecra si è qualificata anche per Humera (a nord) e Mekele (confine con Eritrea e Sudan), progetti solari da 100 megawatt ciascuno. Ma non è finita: nell’idroelettrico Egp si candida per un impianto da 280 megawatt (Chemoga Yeda, 300 chilometri a nord della capitale) mentre guarda con attenzione