Le silografie dell’uomo che anticipò il futuro
La curatrice Menegazzo: «Comprese che il mondo stava cambiando e lo raccontò»
Perché una mostra su Kuniyoshi? «Perché parliamo dell’artista più realistico e ironico del Giappone; e poi, perché, rispetto ai celebri Hokusai (il maestro delle Grandi Onde), Hiroshige e Utamaro, della prima metà dell’Ottocento e rappresentanti dell’ukiyo-e, Kuniyoshi dimostra di avere una marcia in più, intuendo che il mondo sta cambiando», risponde Rossella Menegazzo, curatrice di Kuniyoshi. Il visionario del mondo fluttuante, per la prima volta in Italia, da oggi al Museo della Permanente.
Il mondo al quale si riferisce la storica dell’arte orientale è la società borghese legata all’ukiyo-e, ovvero ad un immaginario fatto di rappresentazioni di attori kabuki, di animali fantastici e paesaggi visionari: condannato fino al Seicento dal buddismo, perché troppo legato alle cose materiali, e poi istituzionalizzato per due secoli. Ma Kuniyoshi (1797-1861) è anche l’artista della crescita di Edo, l’antica Tokyo, che ben presto diventerà la città più popolosa del mondo. «In una megalopoli, i confini fisici lasceranno spazio all’immaginazione, grazie all’arte della stampa su carta che si diffonderà a dismisura. Delle opere degli artisti del Mondo fluttuante esisteranno centinaia di tirature realizzate da un team di artigiani e pittori», aggiunge la curatrice. Così, leggendari eroi, samurai, i celebri gatti, e soprattutto i briganti, disegnati da Kuniyoshi su fogli da 30 per 20 centimetri, giungeranno a noi con «geniali errori di stampa». Conclude Menegazzo: «Il risultato non cambia: l’utilizzo della prospettiva, del chiaroscuro, e la dinamicità dei personaggi, fanno di Kuniyoshi il più occidentale tra i maestri dell’ukiyo-e». Non a caso, il Giappone contemporaneo guarda a lui come all’ispiratore della cultura pop.