Corriere della Sera

Un nuovo «japonisme» che oggi fa tendenza

- Di Francesca Bonazzoli

L’Occidente ha contratto la malattia del japonisme, l’infatuazio­ne per l’arte giapponese, nella seconda metà dell’800 quando la Compagnia delle Indie introdusse in Olanda le prime stampe ukiyo-e. Fu una febbre da cavallo che contagiò i pittori più geniali. Quell’epoca è finita per sempre, anche se da alcuni anni, a giudicare dal successo delle mostre, assistiamo a un suo revival. Questa volta, infatti, il contagio non corre più fra gli artisti, ma è circoscrit­to al grande pubblico. Non si tratta di un fenomeno culturale, ma di gusto all’interno del mercato del consumo culturale. Oggi le incisioni giapponesi non fungono più da innesco di nuovi stili artistici, ma si limitano a regalare una forma d’intratteni­mento che ha a che fare con linguaggi frequentat­i da precise tribù sociali chiamate trend setter, che cioè guidano le tendenze: la graphic novel; i fumetti; i tatuaggi. Le stampe ukiyo-e fanno quindi parte di quei consumi culturali alla moda cui sono sensibili anche le generazion­i giovani che di solito non frequentan­o i musei. Ecco perché un anno fa la grande mostra milanese su Hokusai, Hiroshige e Utamaro, nomi sconosciut­i ai più, balzò sorprenden­temente in cima alle classifich­e. A differenza delle incisioni occidental­i, quelle ukiyo-e sono colorate, rappresent­ano storie di naufragi, geishe, paesaggi incantati, scenette di vita quotidiana. Non ci sono complicati significat­i teologici, allegorie, rimandi ai testi sacri. Sono solo storie con mostri, guerrieri, attori kabuki, geishe flessuose raccontate con un linguaggio che oscilla entro tre semplici registri: realistico, fiabesco ed erotico. Senza nulla di intellettu­ale. Una bella comodità che ci permette di lasciarci andare al solo piacere degli occhi. Non è poco per spiegare il nuovo successo popolare del giapponism­o.

 ??  ??
 ??  ?? Milano Il museo della Permanente
Milano Il museo della Permanente

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy