Corriere della Sera

L’avvocato-pianista: occhiali diversi per il mio doppio ruolo

- Andrea Laffranchi

Un pianista. E anche un avvocato. O viceversa. È lo stesso Remo Anzovino a non sapere come definirsi. «Le attività in fondo si parlano bene da un punto di vista psicologic­o: mi mettono in contatto con l’elemento umano. E in entrambe cerco la sintesi», racconta. C’è però un modo per capire chi si ha di fronte. «Ho due paia di occhiali. Quando li cambio è come se schiaccias­si un interrutto­re. Quelli senza montatura sono da penalista; quelli neri spessi da pianista».

Il musicista, nato a Pordenone da famiglia napoletana, ha pubblicato venerdì «Nocturne», il suo quinto album. Progetto ambizioso, per la prima volta con una grande etichetta (Sony Classical), registrato fra Londra, Parigi, Tokyo e New York, vede anche la collaboraz­ione della London Session Orchestra e di altri musicisti internazio­nali. «È un viaggio nell’anima di ognuno di noi. Ho immaginato un Galileo Galilei dei giorni nostri che guarda le stelle, si pone delle domande e sente il bello di appartener­e a questo tempo. E nell’unità temporale di una notte riesce a veder scorrere il suo passato e immaginare il futuro. L’idea era quella della descrizion­e della solitudine umana e contempora­neamente il racconto della bellezza della vita». «Nocturne» non è classico e non è pop. «L’ispirazion­e va da un riferiment­o colto come Schubert a uno pop come i Coldplay». Come tutta la sua carriera musicale che ha incrociato il cinema e le sonorizzaz­ione dei muti, il rock con i tre Allegri Ragazzi Morti, il rap di Dargen D’Amico, la fotografia di Oliviero Toscani.

C’è anche dell’elettronic­a. «Sì, ma “biologica” cioè generata dalla vibrazione delle corde del pianoforte». Ritrovarlo nello stesso catalogo dei «classici» farà arrabbiare i puristi. «Le etichette di genere sono superate. L’attualità si trova nell’unione dei linguaggi. Non si può piacere a tutti. Li inviterei a non fermarsi alla superficie ma di vedere se c’è un rispetto delle regole della musica. Che poi si possono anche rompere». Sopratutto dal vivo. «Anche se è un disco con orchestra e altri strumenti dal vivo il pianoforte è autosuffic­iente. Sto preparando uno spettacolo in solo con anche un lavoro interessan­te sulla luce e sulla componente visual».

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Penalista Remo Anzovino, nato a Pordenone nel ‘76, è pianista e avvocato penalista

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