Corriere della Sera

«Non è finita qui»

«Gli americani volevano la mia testa ma sul fuoco hanno soffiato gli inglesi Con Platini c’era intesa, non lo vedo più»

- DAL NOSTRO INVIATO

ZURIGO A 81 anni l’ex presidente della Fifa Sepp Blatter è un uomo vissuto sì, ma non piegato dai naturali acciacchi dell’età. «Ho fatto una revisione alla carrozzeri­a, ma il motore funziona ancora benone», racconta al ristorante Sonnenberg di Zurigo. I recenti interventi a schiena e ginocchio li ha superati meglio della squalifica di 6 anni («Per l’esattezza sono sospeso») per aver violato il codice etico. Sospeso per i 2 milioni di franchi pagati a Michel Platini nel 2011 che hanno rovinato la carriera di entrambi. «È stato tutto un grande complotto, gli americani volevano una testa: la mia, alla fine, l’hanno avuta con il concorso della commission­e etica».

Ripartiamo dall’inizio, dal suo ingresso in Fifa. Come ci è arrivato?

«Alla fine del 1974, mi chiama il presidente Havelange. C’erano 11 persone in Fifa, io ero il numero 12, la prima riserva. Avendo giocato a calcio come centravant­i non ero abituato a stare in panchina e presto divenni direttore tecnico. Sono un 9 naturale, non essendo molto alto ho usato la testa più per pensare che per segnare».

È rimasto fino a settembre 2015, quando è arrivata la prima sospension­e. Quarant’anni in Fifa non sono troppi?

«Macché, la mia missione non è finita. Alla fine mi ha sospeso un tribunale sportivo, ma tutta l’attività della commission­e etica ha lasciato l’impression­e che si sia trattato solo di un gigantesco complotto. La giustizia ordinaria non mi ha mosso accuse, alla fine hanno fatto tutto gli americani. E gli inglesi, soprattutt­o gli inglesi».

La doppia assegnazio­ne dei Mondiali 2018 e 2022 a Russia e Qatar ha travolto lei e Platini. Che accadde?

«Il comitato esecutivo aveva un’intesa: la Coppa del Mondo 2018 doveva andare alla Russia, quello dopo agli Usa. Era un ponte ideale: le nazioni che erano state in guerra fredda per anni venivano riunite dal calcio. E invece i piani saltarono».

Come? Perché?

«In Francia comandava Sarkozy che faceva affari con l’allora principe ereditario del Qatar, oggi emiro, Tamim bin Hamad al Thani. I due si vedono all’Eliseo a cena e convocano Platini, allora presidente Uefa e nel comitato esecutivo della Fifa, che sosteneva la doppia assegnazio­ne Russia-Usa. Finito l’incontro Platini mi chiama. “Sepp, ho un problema e se ce l’ho io ce l’hai anche tu. Sarkozy mi ha chiesto di votare per il Qatar e mi ha detto che anche i miei amici devono andare in quella direzione”. Non ero d’accordo, alla fine ha vinto il Qatar. Il presidente Obama però non era arrabbiato, perché negli Usa solo il football americano era popolare. Gli inglesi, loro sì che si arrabbiaro­no e se la presero con me».

Scusi, ma gli inglesi erano candidati contro la Russia e si arrabbiaro­no per il Mondiale perso dagli Usa in favore del Qatar?

«Furono loro a soffiare sul fuoco, accendendo gli americani. Mi hanno attaccato i politici, poi hanno messo in campo diversi agenti. Non potevano accettare di non aver avuto il Mondiale. “Abbiamo inventato noi il calcio”, dicevano. Si sono scordati di aver inventato pure il fair play e accettare la sconfitta».

È stato l’investigat­ore statuniten­se Michael Garcia, peraltro scelto da lei, a mandare in frantumi la sua presidenza. Fu un errore chiamarlo a indagare sull’assegnazio­ne del doppio Mondiale?

«Forse l’errore che ho fatto è stato metterci un americano».

La Commission­e etica ha squalifica­to tutti e poi i giudici della stessa commission­e sono stati mandati via mesi fa. Taglio netto con il passato?

«Intanto io e Platini non siamo stati condannati né per corruzione, né per tangenti, ma sospesi per cattiva condotta gestionale. Ma quei 2 milioni la Fifa glieli doveva. Quando sono andato davanti alla commission­e etica era come stare davanti all’inquisizio­ne. Poi, dopo, chi aveva addosso il marchio “B” di Blatter è stato mandato via».

Con Platini vi sentite ancora?

«Non ci sentiamo più da tempo. Siamo stati uniti durante il processo, poi ognuno per sé. Potrei nelle prossime settimane chiedere una revisione del processo».

Dopo Blatter e Platini, alla Fifa è arrivato Infantino. Che rapporti ha?

«Nei due mesi dopo la sua elezione veniva a casa mia. La sera mangiavamo pane e salame e un buon bicchiere di vino. Gli

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Il re deposto Joseph Blatter, 81 anni, presidente della Fifa dal 1998 al 2015, è stato travolto dagli scandali (Ap)

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