La storia
chiesi di poter riprendere i miei effetti dall’ufficio e risolvere i problemi personali amministrativi con la Fifa. Mi disse che non c’era problema, poi non l’ho più sentito. La mia roba è ancora lì».
Molti calciatori oggi sono nella Fifa, perché con lei non ce n’erano?
«Il calcio ha una base di tifosi di 1,6 miliardi di persone. La Fifa è partita da zero e ora gestisce miliardi. L’Industria del calcio è anche turismo, stadi, spettatori, sponsor: genera ogni anno ricavi per più di 100 miliardi. È lo specchio della vita reale e nella società non esistono solo i giocatori, servono pure gli altri per far funzionare tutto».
Nel nuovo calcio c’è la Var. Lei è sempre stato molto cauto sull’uso della tecnologia, perché?
«Ridurre gli errori è un bene ma toglierli del tutto no, così si perde l’aspetto umano del gioco. Il rapporto calcio-televisione però è vitale: con la tv il calcio ha raggiunto ogni angolo del pianeta».
L’Italia fu tra le prime a beneficiare della moviola nella finale del Mondiale 2006. La testata di Zidane a Materazzi era sfuggita all’arbitro. Fu rivista?
«Lì la tv aiutò molto, sì. Sarebbe stato ingiusto lasciare in campo Zidane».
Però lei non volle premiare l’Italia campione del mondo, perché?
«Preferisco non tornare ancora su quell’episodio, l’Italia meritava di vincere e questo è tutto».
Con l’Italia ha sempre avuto un rapporto tormentato. Qual è il motivo?
«Ma non è così, nel 1997 ricevetti anche il Premio Artemio Franchi. Prima, negli anni 70, ero direttore marketing della Longines, sponsor della Ferrari. Mi portarono a Maranello da Enzo Ferrari: ero un ragazzo, mi mise soggezione. Poi, dopo i Mondiali del ’90, ho avuto ottimi rapporti con la famiglia Agnelli e con Montezemolo che, una volta passato in Ferrari, usava mandarmi un biglietto d’auguri con scritto: “Con nostalgia del calcio”».
Però a livello di Federazione non ci ha mai troppo amato, perché?
«Beh, non è che voi amavate troppo me. Quando Havelange decise di ritirarsi nel 1998, Matarrese venne da me, che ero segretario della Fifa, e mi disse: “Sepp ti devi fare da parte”. Poiché Havelange era dimissionario, in tre minuti (con una mozione votata all’istante) mi fece fuori dal comitato Fifa. Era metà marzo del 1998, a fine mese mi candidai, sostenuto da Platini. Matarrese tornò: “Eh dai, non facciamo la guerra, accordiamoci”. Troppo tardi, dissi. Vincemmo con i voti delle federazioni americane».
Blatter che fa oggi?
«Vive. Accompagnato da una massima che rispetto: se non prendi dei rischi non avrai mai una chance, ma se prendi la chance puoi anche perdere». ● ● ● ● ● Nel settembre 2015 viene sospeso per 90 giorni dal comitato etico: l’accusa è di aver pagato 2 milioni di franchi a Platini nel 2011
● Condannato A dicembre sia lui sia Platini vengono sospesi per 8 anni. Le accuse di corruzione e di tangenti non sono provate ma i due sono sospesi per condotta disdicevole
● Addio Blatter deve lasciare la presidenza della Fifa, Platini quella dell’Uefa. A Blatter succede Infantino, a Platini Ceferin. Blatter viene sospeso in via definitiva dal Tas per 6 anni