Corriere della Sera

I gol di Immobile l’antistress di Ventura per la ripartenza

Italia, il c.t. punta sul laziale. E Balotelli ci resta male

- Alessandro Bocci

DAL NOSTRO INVIATO

L’antidepres­sivo ha la faccia sorridente e un po’ strafotten­te di Ciro Immobile. Ora che Belotti è fuori gioco e rischia di esserlo anche per il cruciale playoff, l’Italia è nei piedi fatati del centravant­i di Torre Annunziata, 7 gol in Nazionale, sei durante la gestione Ventura, l’ultimo preziosiss­imo con Israele un mese fa. Soprattutt­o 13 in stagione con la Lazio, di cui 9 in serie A. Nessuno, in Italia, meglio di lui. Neppure Dybala, fermo a 12.

Ciro è il simbolo della squadra di Inzaghi che, come dice Parolo, «sta facendo la bocca al quarto posto». Con una doppietta ha schiantato la Juventus in Supercoppa e con una tripletta ha annichilit­o il fragile Milan di Montella. In Europa League, pur non partendo mai titolare, ha segnato sempre: due gol in due partite. Il segreto? Lo spiega ancora Parolo, uno dei leader dello spogliatoi­o biancocele­ste: «Gli vogliono tutti bene, dall’usciere di Formello all’ultimo tifoso. E lui si esalta. Così è felice e realizzato». Dopo gli anni bui all’estero, prima al Borussia Dortmund e poi al Siviglia.

Ventura nelle prove anti Macedonia lo ha sistemato al centro dell’attacco azzurro sia nel favorito 3-4-3 con la ritrovata BBC (Barzagli-BonucciChi­ellini) in difesa, Zappacosta e Darmian sulle corsie esterne, Parolo e Gagliardin­i (in vantaggio su Barella) in mezzo al campo, gli esterni Verdi (o Candreva) e Insigne; sia nel solito 4-2-4 con Eder di punta e Barzagli in panchina.

Dunque, tutto intorno a Ciro. Il c.t. si fida tanto da lasciar perdere Zaza (6 gol) e Balotelli (5). Mario, a quanto dicono in Francia, ci sarebbe rimasto male per la mancata convocazio­ne. Ma Ventura punta sugli uomini con cui ha (Ap) fatto questo pezzo di strada. E non cambia proprio adesso. Immobile è una certezza. Un leader, neppure silenzioso. L’Italia ha bisogno dei suoi lampi per ritrovare fiducia e convinzion­e. La batosta in Spagna ha lasciato il segno. C’è un’aria strana a Coverciano. Gli spareggi saranno anche la normalità, come dice il tecnico, ma ci hanno tolto fiducia e convinzion­e, come se l’incoraggia­nte primo anno del nuovo corso fosse perso nel tempo, come se la salita verso il Mondiale, traguardo irrinuncia­bile, fosse più scivolosa di quanto in realtà sia.

In vista delle ultime due partite di qualificaz­ione (dopo la Macedonia c’è l’Albania in trasferta) c’è una strana fibrillazi­one e gli infortuni, mai così numerosi, hanno alzato il livello dell’agitazione. Per fortuna c’è Immobile, l’anti stress. L’uomo più in forma. E sarà lui a guidare la ripartenza «perché non abbiamo paura e al Mondiale ci vogliamo andare».

Gli azzurri dentro il fortino sicuro alle porte di Firenze avvertono il peso della responsabi­lità e hanno capito che non tira una grande aria: ma tra di loro c’è una specie di patto tacito per non fallire il Mondiale, un traguardo che Parolo definisce «obbligato e a cui teniamo in maniera esagerata». Da qui al playoff sarà un autunno di passione. 40 giorni in salita.

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Leader Ciro Immobile, 13 gol

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