Saga dei Rumsas, nuova puntata Positivo anche il figlio Raimondas
Nel segno dei genitori condannati per doping, la misteriosa morte del fratello
Si chiama GHRP-6, è uno stimolatore (proibito) della produzione di ormone della crescita rintracciato per la prima volta in Italia 10 giorni fa dal laboratorio antidoping del Coni di Roma. Da ieri quella provetta ha un nome: Raimondas Rumsas jr, ciclista, 23 anni, primogenito di Raimondas ed Edita, fratello di Linas, 20 anni, morto in circostanze misteriose lo scorso 2 maggio a Lucca poche ore dopo essere sceso dalla bici.
Iniziata nel 2002 con l’arresto di Edita alla frontiera tra Francia e Italia — l’automobile imbottita di doping —, proseguita con la positività all’epo di Raimondas sr (2003) e con condanna e reclusione per entrambi, la tragica saga della famiglia Rumsas non è finita. Il controllo fuori competizione su Raimondas jr (dilettante nella bergamasca Palazzago) è del 2 settembre scorso quando altri test, su indicazione della Procura di Lucca, vennero svolti sui compagni di squadra di Linas
nel team toscano Altopack. Dieci giorni più tardi le perquisizioni nelle case dei Rumsas e dei dirigenti del team, nel ritiro dell’Altopack e nell’appartamento (a Bergamo) di Raimondas jr, con importanti sequestri di farmaci e cinque avvisi di gaOra ranzia. Raimondas jr, che pur non essendosi mai mosso dall’Italia è cittadino lituano, avrebbe assunto la versione più recente di una sostanza che ha già inguaiato gli italiani Samuele Conti, Ruffoni e Pirazzi (ieri squalificato per 4 anni dall’Unione Ciclistica Internazionale) e l’olimpionico spagnolo Sanchez.
Il GHRP-6 migliora forza e resistenza ed è usato in abbinamento all’insulina, sequestrata in abbondanza nelle perquisizioni legate al caso Altopack. Sul podio Anche la famiglia Rumsas al memorial per Linas: Raimondas jr è il terzo da sinistra la Procura di Lucca deve chiudere il cerchio attorno a una vicenda sempre più complessa e tragica.
La positività di Raimondas jr è da ricollegare a un’assunzione avvenuta poche settimane dopo la morte improvvisa del fratello, che proprio sabato scorso la famiglia ha ricordato organizzando una pedalata ecologica nelle campagne lucchesi. Il team Palazzago, serbatoio di talenti del ciclismo azzurro (ci è cresciuto Fabio Aru) ha fatto sapere che «dopo il decesso del fratello Linas, la società aveva lasciato a Raimondas abbigliamento e bicicletta per motivi umanitari e di sensibilità nei confronti della disgrazia familiare. Il corridore si gestiva in casa per conto proprio e si presentava alle gare in modo autonomo». Lo scorso luglio, con la maglia della Palazzago, Raimondas jr aveva però vinto la Freccia dei Vini, corsa più importante della sua carriera. Ora, aspettando i risultati dei test tossicologici sulla salma di Linas, gli inquirenti si concentreranno di nuovo sulla famiglia Rumsas.
A 15 anni di distanza dall’arresto e dall’inizio della saga, dopo aver perso un figlio ed aver visto interrotta per doping la carriera dell’altro, Edita e Raimondas faranno ancora una volta scena muta davanti ai magistrati?