Vincitori e vinti Steinbeck, l’emozione di Baricco e le cerimonie laiche in tv
In diretta dallo Spazio Mrf di Torino Mirafiori, dove già aveva portato in scena la stessa lettura nel corso del Salone del Libro di inizio maggio, Alessandro Baricco è tornato su Rai3 (lunedì, ore 21.23) per proporre «Steinbeck, Furore», un reading del capolavoro dello scrittore statunitense, che racconta la storia della migrazione della famiglia di Tom Joad lungo la Route 66, dall’Oklahoma fino alla California, nell’America della Grande Depressione. E della Grande Siccità (c’era già il global warming?).
Che emozione, intanto, ripensando alla lettura del libro. Era uscito nella collana «i delfini» di Bompiani e in copertina c’era un fotogramma a colori del celebre film di John Ford con Henry Fonda. Steinbeck, letto per la prima volta nell’antologia Americana, rappresentava la scoperta dell’America: Uomini e topi, Pian della Tortilla… Che emozione, intanto, rivedere Baricco nell’atto di raccontare storie, di sfogliare un libro per mettere in scena le sue straordinarie doti affabulatorie («Pickwick», 1994, resta pur sempre la miglior trasmissione di libri della tv italiana).
Baricco è tornato in tv in occasione della seconda Giornata nazionale in memoria delle vittime dell’immigrazione e ha invitato il pubblico a non parlare più di emergenza. I libri dovrebbero servire anche a questo, a ricordarci che le tragedie si ripetono, a non farci trovare impreparati. A patto, aggiungo, che la gente legga i libri.
Di Steinbeck Baricco ha detto che è «un grandissimo narratore, anche un grande scrittore, ma soprattutto un grandissimo narratore» e in quel momento si potevano forse cogliere giudizi autobiografici. Vedendo il pubblico in piedi, in religioso e impegnato silenzio, si capisce quanto questi reading siano cerimonie laiche. Un conto è partecipare a una messa, un conto è vederla in tv. Nondimeno, la violenza straziante e compassionevole del libro spero non abbia lasciato indifferenti i pochi spettatori.