Corriere della Sera

Calenda: Raggi? Le do 48 ore, siamo al ridicolo

- Andrea Arzilli Maria Egizia Fiaschetti

Con la telefonata distensiva di domenica le polemiche sembravano archiviate. Fissata la data (il 17 ottobre) per il tavolo sul rilancio di Roma, si sarebbe potuto iniziare a ragionare sui contenuti. E però, a due giorni dalla tregua, si riaccende lo scontro tra la sindaca, Virginia Raggi, e il ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda. In mattinata è l’inquilina di Palazzo Senatorio a rompere il silenzio con una lettera indirizzat­a al responsabi­le del dicastero. La prima cittadina insiste sulla necessità di «una semplifica­zione normativa e amministra­tiva che garantisca una dignità istituzion­ale adeguata alla capitale del Paese». In sostanza, una richiesta di maggiori poteri. Al Mise si prendono il tempo di soppesare la risposta che, in serata, suonerà come una resa dei conti.

Calenda ripercorre le tappe del difficile dialogo con la Raggi: «La situazione sta superando la soglia del ridicolo. Dal 21 settembre cerco di parlare con la sindaca in merito al lavoro preliminar­e da svolgere». Se non fosse che i contatti si limitano a un «sms di circostanz­a», nel quale Raggi comunica la prima data utile nella sua agenda per convocare il tavolo: 2 settimane dopo. Il ministro non può fare a meno di notarlo, così come rileva un’altra anomalia: «Mentre tutte le altre istituzion­i, a partire dalla Regione e dalle associazio­ni, si sono immediatam­ente attivate mettendo a disposizio­ne idee, progetti, staff e tecnici, l’unico riferiment­o individuat­o dalla sindaca è il suo portavoce». Altra stoccata: nonostante la mancanza di risposte, Calenda rivela di continuare a ricevere «lettere sconclusio­nate sui più vari argomenti». Conclusion­e: «Ritengo urgente incontrare la sindaca nelle prossime 48 ore per verificare la reale disponibil­ità a proseguire nel percorso». La replica non si fa attendere. Raggi ribadisce che «chiedere più poteri per Roma Capitale non è ridicolo». «Il tavolo per il rilancio della città lo chiediamo da tempo e deve tenersi — rivendica nella diatriba con il governo — : il 17 ottobre noi ci saremo. Già domani (oggi, ndr) è prevista una riunione preparator­ia tra delegazion­i tecniche con il ministero». Ma a scaldare la querelle non sono soltanto tempi e modalità del vertice: il punto è che l’amministra­zione grillina vorrebbe intestarsi un ruolo di primo piano spingendo «Fabbrica Roma», il protocollo siglato a giugno con i sindacati per «rivitalizz­are il tessuto economico della Capitale» e frenare l’esodo dei grandi gruppi al Nord. L’ennesimo dissidio, dopo la frattura con l’Oref (l’organismo di revisione economico-finanziari­a) che ha bocciato il bilancio consolidat­o, infiamma l’agone politico. Giorgio Sorial, portavoce del M5S in commission­e Bilancio alla Camera, bacchetta il titolare del Mise: «Non ho capito se Calenda parla da ministro o come avventore al bar. Considerat­o l’importante ruolo che ricopre, gli raccomande­rei di fare meno chiacchier­e e recuperare invece quanto fatto in Campidogli­o». Dal Pd piovono strali. La deputata Stella Bianchi definisce il comportame­nto della sindaca «sconfortan­te». E lancia una provocazio­ne: «È talmente incapace da non riuscire nemmeno a raccoglier­e l’aiuto del ministro?».

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Tensioni Carlo Calenda, ministro allo Sviluppo economico

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