Corriere della Sera

Torna in cella il pedofilo che adescava le bambine con peluche e bambole

Milano, recidivo l’uomo fermato per la violenza in via Sarpi

- Gianni Santucci

La casa del pedofilo è un piccolo appartamen­to in una strada poco trafficata di San Fruttuoso, quartiere di Monza. Poche stanze, tutto in ordine, oggetti disposti con cura, segni di un’ossessione per la pulizia e la precisione. Pochi soldi, niente lavoro, un vecchio impiego in una ditta di spurghi, qualche aiuto dalla famiglia. I poliziotti entrano nel tardo pomeriggio di martedì, all’ora dei telegiorna­li. Già dalla mattina le tv trasmetton­o il filmato di un uomo che cammina in una strada di Milano dopo aver violentato una bambina. È lui. Da quell’11 settembre s’è lasciato crescere un po’ la barba. Nell’armadio trovano i jeans larghi, la maglia nera, la giacca di renna che quel giorno teneva sul braccio.

Due ore dopo Sergio Marziano, 42 anni, è seduto in una stanza della Squadra mobile. Le schermate sui computer raccontano il suo passato di criminale deviato, predatore di strada compulsivo, che girava con pupazzi di peluche in macchina per attirare le bambine. Dice: «Non c’entro con questa storia». Ma alle 9 di ieri lo portano in carcere.

E così Milano si libera di un’inquietudi­ne; non è un’esagerazio­ne, perché nelle ultime settimane padri e madri hanno aspettato con ansia il ritorno da scuola di bambine e ragazzine, sono stati più attenti a farle scendere sotto casa. È stata infatti una coincidenz­a unica: nella stessa città, nello stesso periodo, si sono mossi in contempora­nea due sex offender tanto violenti, spinti da deviazioni psichiche così profonde. Edgar Bianchi, 39 anni, è stato arrestato giovedì 28 settembre, dopo aver violentato su un pianerotto­lo una bambina di 12 anni appena uscita da scuola, replicando una sequenza di 20 aggression­i sessuali a Genova tra 2004 e 2006. Sergio Marziano invece è uscito dal carcere a gennaio 2016, condannato a 4 anni e 3 mesi per «tentata prostituzi­one minorile e corruzione di minorenni». Adescava bambine tra Milano e Lodi; girava su una Hyundai piena di pupazzi e personaggi dei cartoni animati sulle tendine; usava scuse banali per avvicinars­i alle ragazzine; stava fuori dalle scuole; a una offrì 50 euro. Seriale come tutti i violentato­ri pedofili, come Bianchi, anche Marziano ha seguito un percorso di riabilitaz­ione in carcere: e all’uscita è entrato nella categoria dei «recidivi».

Alla fine tutti e due, a cinque giorni di distanza, sono finiti in una stanza al primo piano della questura, uffici della Quarta sezione della Squadra mobile; una trentina di poliziotti e poliziotte che hanno passato giorni per strada e notti al lavoro; hanno ascoltato il racconto delle bambine vittime di queste violenze feroci, e alcuni hanno pensato alle loro figlie che hanno la stessa età.

Da oggi iniziano un altro lavoro (coordinati dal capo della Mobile Lorenzo Bucossi e dal pm Gianluca Prisco). Con una (quasi) certezza: ci sono altre bambine, a Milano o nei dintorni, che hanno subìto violenze, tentate violenze o molestie da uno dei due arrestati. Bisognerà trovare prove e riscontri da portare in Tribunale. L’11 settembre, poco prima delle 19, Marziano ha convinto una bambina a seguirlo in un palazzo del «quartiere cinese». Due giorni fa la polizia ha diffuso le immagini del pedofilo riprese da alcune telecamere in strada il giorno dell’aggression­e. La segnalazio­ne decisiva, però, non è arrivata da un cittadino: è stato il ricordo di un poliziotto, che ha visto la fotografia. E ha chiamato la Mobile: «Credo di avere un nome per voi».

La condanna Adescava le bambine fuori da scuola e aveva scontato 4 anni e 3 mesi. Libero dal 2016

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