Nella tazza da té la passione «esotica» di un’epoca
Èintrecciata con quella delle corti europee, la storia dei servizi da tè. Ed è una storia con il profumo dell’allora «esotica» bevanda che arrivava dall‘Asia, e duellava con l’altra novità da sorseggiare calda: la cioccolata. Privilegio di pochi, dell’aristocrazia più ricca e talvolta colta, il tè generò attorno al suo fiorire una passione: quella del tea time che all’inizio per la verità non scoccava alle 5 del pomeriggio ma riuniva le famiglie nobiliari dopo cena. Fioriva così una nuova moda. E un business: quello delle porcellane. All’inizio, quando ancora in Occidente si ammirava l’abilità manifatturiera del lontano Oriente, le tazze arrivavano da Cina e Giappone con la Compagnia delle Indie Olandesi, poi a Londra — dove nel 1660 il parlamentare Samuel Pepys scrisse di aver sperimentato per la prima volta una tazza di té — come nell’Europa continentale, iniziò a svilupparsi un’industria di quella che restò fine bone china per gli intenditori. E i nuovi manufatti europei, mentre svincolarono i salotti dai lontani approvvigionamenti introdussero anche nuovi stili e vezzi. Così, per ovviare al problema del calore della tazza da tenere con le dita, si inventò il manico esile delle tazze più raffinate. E anziché i disegni orientali iniziarono a fiorire raffigurazioni del Settecento europeo. La passione per la bevanda divenne una passione per i favolosi servizi da té che la nobiltà iniziò a radunare in veri e propri Cabinets de porcelaines, tesori di tazze e teiere, mentre esplodeva la Porzellankrankheit, vera e propria mania per questa materia, simbolo di prestigio sociale. Seconda in Europa, la manifattura di porcellana di Vienna iniziò la produzione nel 1718, quando la città era capitale del Sacro Romano Impero sotto Carlo VI d’Asburgo. A differenza di Meissen, sorta per iniziativa di Augusto il Forte, elettore di Sassonia e re di Polonia, la fabbrica di Vienna deve i suoi inizi all’imprenditore privato Claudius Innocentius Du Paquier. Oltremanica, dove il té arrivò a corte con Caterina di Braganza, Josiah Wedgwood, famiglia di ceramisti dello Stafforshire, iniziò nel 1759 una produzione di terraglia. E nel 1765 perfezionerà la sua Queensware, la sua ceramica finissima.