Spagna, una marea bianca: parliamoci
Da Madrid a Barcellona, migliaia in piazza per chiedere unità. Oggi manifestazione contro l’indipendenza
BARCELLONA Niente bandiere questa volta in Plaça de Sant Jaume, il cuore del potere catalano. La manifestazione di ieri esponeva federe di cuscini, magliette, palloncini, colombe di cartone, tutti rigorosamente bianchi. Era il debutto pubblico della terza via tra nazionalismo catalano e patriottismo spagnolo. «Sono qui per il dialogo e la pace» spiegava Neus, una giovane con in braccio un isterico fox terrier. Lo slogan, «Parlem», era di tanto in tanto tradotto nel castigliano «Hablamos», parliamo. Un bambino chiede alla mamma se davvero sono tutte spose quelle signore vestite di bianco, la piazzetta medievale è piena, l’aria è di festa, ma non ci saranno più di 4-5 mila persone. La polarizzazione pro e contro l’indipendenza si coltiva da anni ed è difficile accendere la fiammella proprio sul rettilineo d’arrivo. L’iniziativa è partita sui social da un’agenzia pubblicitaria di Madrid ed è diventata virale esordendo oggi anche in molte altre città di tutta la Spagna. Il corteo bianco rappresenta probabilmente la maggioranza silenziosa, gente che si appella al buon senso e alla convivenza civile, ma così silenziosa e a-partitica da risultare ininfluente.
A Madrid, invece, la piazza ha mostrato anche l’altra Spagna, quella che vuole salvare l’unità del Regno ad ogni costo. Un mare di bandiere spagnole. È stata la prova generale per la manifestazione anti indipendenza di oggi a Barcellona. Diversi i cortei annunciati. Sotto i riflettori il premio Nobel Vargas Llosa e la regista Isabel Coixet. Ma ci sarà anche un corteo del Partido Popular del premier Marano Rajoy e altri di «patrioti» che riempiranno i pullman di vari angoli di Spagna. «Arrivano i cavernicoli — dicono sprezzanti i secessionisti di Barcellona —. Vedremo se sapranno rimanere pacifici come abbiamo sempre fatto noi». Gli indipendentisti progettano di starsene in casa o andare al mare. I leader discutono su forma e sostanza: le 48 ore dalla proclamazione del voto stanno scadendo e la Dichiarazione unilaterale di indipendenza è un obbligo di legge, ma forse è meglio violare una norma anti costituzionale che non negare il tempo a mediazioni segrete. Ogni giorno può comunque essere quello decisivo per la dichiarazione unilaterale di indipendenza. «Una dichiarazione che non potrà avere alcun effetto» assicura il premier Mariano Rajoy in un’intervista al País «perché il governo centrale non lo permetterà». «La Spagna resterà Spagna a lungo. Mi appello ai catalani perché si allontanino da estremisti e radicali».