Il fratello del killer di Marsiglia arrestato a Ferrara
Secondo gli investigatori era lui ad avere contatti con gli ambienti fondamentalisti
È stato arrestato a Ferrara, con l’accusa di terrorismo internazionale e partecipazione all’attentato, il fratello del killer di Marsiglia. Il tunisino che il primo ottobre ha ucciso a coltellate due donne nella città francese. Così dopo il fermo del primo fratello alcuni giorni fa in Tunisia, sabato è arrivato anche quello di Anis Annachi. Sarebbe stato proprio lui, secondo gli investigatori, ad avere i contatti con gli ambienti del fondamentalismo islamico.
ROMA Uno era stato fermato in Tunisia giorni fa, l’altro è stato catturato a Ferrara sabato scorso, con l’accusa di terrorismo internazionale e partecipazione all’attentato di Marsiglia.
Sono i fratelli di Ahmed Hannachi, il tunisino che il primo ottobre ha ucciso a coltellate due donne nella stazione della città francese. Adesso la polizia sta cercando di ricostruire la «rete» italiana, visto che Ahmed era stato sposato con una donna di Aprilia, ha vissuto nella cittadina laziale fino a tre anni fa e ci è tornato a febbraio, mentre suo fratello viveva da tempo nel nostro Paese. Dunque le indagini dell’Antiterrorismo dovranno verificare quale fosse il reale scopo dei viaggi del killer e quali siano i contatti dell’altro.
La rivendicazione
L’arresto di Anis Hannachi, 25 anni, è stato compiuto dalla Digos di Bologna ed è avvenuto su richiesta della magistratura francese. Subito dopo l’attacco era stato infatti emesso un mandato di cattura internazionale nei confronti dei familiari dell’uomo che dopo essere passato all’azione e aver ucciso due cugine di 20 e 21 anni, era stato a sua volta freddato dal servizio di sorveglianza dello scalo ferroviario.
«Ha gridato Allah Akbar», hanno raccontato alcuni testimoni e questo ha dato corpo alla pista fondamentalista anche se in precedenza il tunisino non aveva mai dato segni di radicalizzazione. L’attacco è stato comunque rivendicato dall’Isis e qualche ora dopo le autorità francesi hanno diramato un ordine di ricerca per il fratello, specificando che in realtà era lui ad avere contatti con gli ambienti fondamentalisti. Un’ipotesi che ha trovato conferma negli accertamenti compiuti dai magistrati della Procura di Roma e della direzione Antiterrorismo guidata dal procuratore Franco Roberti.
Gli spostamenti in Italia
Sin dall’inizio si era parlato del ruolo chiave di Anis e della sua presenza in Italia. L’uomo è stato monitorato attraverso alcune utenze telefoniche e spese effettuate con carta di credito. In una settimana avrebbe effettuato alcuni spostamenti fino ad arrivare in Emilia Romagna. Adesso sarà messo a disposizione della Procura generale di Bologna che dovrà effettuare i primi adempimenti e poi disporre il suo trasferimento in Francia.
Spetterà invece ai pubblici ministeri della capitale guidati da Giuseppe Pignatone interrogare Ramona Cargnelutti, la donna che è stata sposata con Ahmed Hannachi dal 2008 al 2014 e adesso vive in Tunisia. È già stata sentita dalla polizia locale e in un’intervista rilasciata ieri al Corriere della Sera ha escluso che il suo ex marito possa essere un terrorista. «Pensava soltanto all’alcol e alla droga, non è mai stato religioso».
La rete internazionale
In realtà secondo le autorità tunisine anche il terzo fratello, Anuar, potrebbe aver avuto
Le indagini Gli spostamenti nel nostro Paese seguiti grazie a telefoni e carte di credito
contatti con alcune cellule jihadiste. Non solo, secondo alcune voci ci sarebbero altri due fratelli in libertà. Ma si tratta di notizie che l’Antiterrorismo italiano sta ancora cercando di verificare, proprio per capire il ruolo di ognuno e soprattutto il grado di radicalizzazione, visto che fino a quando c’è traccia della sua permanenza nel nostro Paese il killer di Marsiglia aveva precedenti soltanto per reati legati agli stupefacenti e furto.