Franco Cangini, il giornalista che raccontava la politica
«Grande giornalista, penna raffinata, uomo colto, libero e coraggioso»: così il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, saluta Franco Cangini, ex direttore del Resto del Carlino e Il Tempo, scomparso ieri a 83 anni. Condirettore de Il Giornale ai tempi di Montanelli, commentatore e notista politico, è stato anche editorialista di Qn, Quotidiano nazionale, di cui ora il figlio Andrea è direttore. Nato nel 1934 a Pescara, da famiglia toscana, ha intrapreso la professione nei primi anni Sessanta ed è autore, tra l’altro, del libro «Storia della Prima Repubblica» (Newton). Viveva a San Gimignano, dove oggi, nel duomo, alle 15 si svolgeranno i funerali. Cordoglio nel mondo politico. «È stato un grande direttore, un intellettuale che ha sempre scelto la strada del rigore e dell’onestà», scrive il ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti. «Ha saputo raccontare con passione e coerenza la politica italiana, in anni non facili», sottolinea Stefano Bonaccini (Pd), presidente dell’EmiliaRomagna, regione con cui Cangini aveva un «legame privilegiato». «Cangini — dice Simonetta Saliera, presidente del consiglio regionale — ha rappresentato una generazione di cronisti che hanno saputo creare un legame tra cittadini e giornali». Pierferdinando Casini (Centristi per l’Europa) lo ricorda come un «grande direttore e un autentico galantuomo», giornalista «coerente». Renato Brunetta (Fi), su Twitter, ne parla come di un uomo «di valore», mentre Maurizio Lupi (Alternativa popolare), si unisce al dolore della famiglia di Cangini, «firma prestigiosa del nostro giornalismo ed esempio di onestà intellettuale». Per Walter Verini, deputato del Pd, Cangini ha lasciato «un segno davvero significativo nel mestiere del giornalista». Maurizio Sacconi (Energie per l’Italia) lo descrive come un «giornalista libero e liberale», Gaetano Quagliariello (Idea) ne parla come di un «liberale autentico, giornalista elegante, audace e mai omologato» il cui esempio, «in un tempo di conformismo dilagante, merita di essere mantenuto vivo perché sia di insegnamento alle giovani generazioni». Anche l’associazione Stampa toscana si unisce al cordoglio.